civiltà gilaniche – bianconiglio risvegliato
civiltà gilaniche – bianconiglio risvegliato
Non è servito a niente.
Qualcosa m’è passato sopra, con i suoi pesanti piediferrati ottusi,
e ha sconfitto i miei fiori.
civiltà gilaniche – bianconiglio risvegliato
Mentre mi chiedo:
- Quali stelle hanno il nome al maschile e… come stanno?
Come si chiama una stella nata maschio? Perché, sicuramente c’è.
Dove s’è nascosta? In questo firmamento della Terra fatto di patriarcati e dicotomie, allontanate le sorgenti, negate le madri, i succhi, i tempi fuori dal tempo. Le tette piene di latte. L’unico latte bevibile.
Negate le case, il caldo, gli affetti, i tempi del gioco, delle fiabe, delle mattinate dentro ai letti.
Dov’è il maschile nuovo?
L’ho capito, davanti all’alchimista che sono l’ho capito.
Alla scuola dell’alchimista che sono.
Io, stella tra le stelle, solo tra le stelle, lo posso trovare.
Su, nei miei pensieri più altri, alla sorgente dei miei pensieri, qui vado, qui sono, per creare da me stessa il nuovo altro da me.
Capace di affiancare ed assecondare ciò che una femmina, una donna e una madre è.
Perché l’alchimista? Perché è la mia parte che sa cambiare l’acqua in vino. La terra in pietra filosofale. Il piombo in oro.
Tutto io sono.
Da questo tutto, di sostanze e movimenti, continuo a trarre ciò che mi serve per traghettare dalla terza alla quinta dimensione.
Cancello tutto ciò che è stato detto, anche sull’alchimia e l’alchimista.
Non mi serve.
Irriverente.
Sì.
E il passo è fatto.
(ho raggiunto il bollino verde SEO, posso pubblicare)