Civiltà gilaniche – saper vivere come prima degli alfabeti e delle parole

Civiltà gilaniche – saper vivere come prima degli alfabeti e delle parole

Civiltà gilaniche – saper vivere come prima degli alfabeti e delle parole

A Gilania si comunica con altre frequenze. Per questo ciò che si comunica e sicondivide può essere solo vero, coerente, sincero.

La telepatia, la sincronicità funzionano quando le informazioni sono sane. La telepatia è sempre stata qua, sempre possibile usarla. Funziona quando c’è la coerenza. Anche detta sincerità. L’onestà, la correttezza. Chiamatela come volete. 

A Gilania ci si identifica negli esseri,

tutti

ci si identifica nei viventi,

ecco che le informazioni arrivano in continuazione, da una dimensione circolare, da un presente che occupa spazi in cui si è attraversati da infinite direzioni. Gilania è una civiltà e un luogo, certo, per noi oggi può essere: segno simbolo contesto dimensione su contratti sani, naturali, per cui onesti. Diretti e sinceri.

La sincerità è semplicemente il modo affinché le energie si attivino in noi. Preso coscienza di questo, ecco che i modi e gli strumenti per far scorrere questa energia, li abbiamo davanti. Vengono alla coscienza, sono da sempre in noi, e li possiamo costruire e utilizzare. C’è la sinergia tra essere sinceri, veri, diretti e lo stare al mondo. Stare al mondo in modo naturale, facile, spontaneo, possibile, magnanimo per chiunque e per tutti.

C’è sempre abbondanza di beni e risorse, in effetti, la Terra risponde, il cielo, gli elementi, le esistenze rispondono se – semplicemente – si esiste – perché sono vibrazioni sincroniche.

La cosa da fare, semplice, possibile, è dirsi:

  • Voglio pulire tutta la mia comunicazione, essere vera in ciò che dico e con chi mi relaziono.

Può essere che certe conoscenze spariscono. Si allenta la reciprocità. Va bene. Dove prima applicavo giudizi, separavo, sento che vedo gli altri diversamente. Ciascuno ha le sue ragioni per essere come è, e questo permette a me di approfondire o prendere le distanze. Distinguere, finalmente. Farlo in modo sostanziale così che, appurato che una situazione mi corrisponde la intensifico; constatato che una situazione mi porta disagio, mi alza le difese o le emozioni tormentate, subito lascio, allento i contatti. Tutto semplice. 

Civiltà gilaniche – saper vivere come prima degli alfabeti e delle parole 

Io avverto che, più mi inoltro nelle civiltà gilaniche, nella cultura Vinca, in segni e simboli che le esplicitano, più dentro di me qualcosa mi alza il senso di unificazione. C’è un qualcosa dietro, a monte, di ogni movimento, di ogni comportamento che diventa osservabile e comprensibile.

Questo mantiene il giudizio in termini di “questo è giusto, naturale e positivo per la vita e gli esseri” – “questo è dannoso per la vita, i viventi, la terra, ecc”. C’è il discernimento e certi comportamenti restano dannosi. Lo vedo e so che vanno trasformati. Ma, soprattutto, mi sposto, metto l’osservatore dove le parole, le frasi, i comportamenti sono sani e positivi. Guardo di qua, incremento la creazione sana, naturale. Così, ciò che ancora diverge, sparisce dal mio orizzonte. 

Sono tenuta a fare il meglio – per me.

Gliania – Tartaria – Iperborea

Tre periodi di noi stessi luminosi, abbondanti, felici. Questi contatto. 

Sono tre periodi storici, tre memorie, anche se ormai la storia è ben altro. Le epoche e le civiltà si ricorrono, scavalcano, scorrono, s’intersecano. Forse davvero la storia va tutta riscritta.

La storia sono narrazioni, e ci possono essere utili per contestualizzare valori, intenti e progettualità. Questo è “la storia”. Lasciamo il passato al passato. Abbiamo altro da fare, partendo dal meglio di noi stessi. Ogni periodo storico, ogni civiltà evento, sono semplicemente metafora. Segno- simbolo che mi rinvia a me, ad una parte di me, ad una mia espressione.

Mia.. mia…. pare che veda solo me stessa.

  • Sono un creatore.

Anche gli eventi della mia vita. Sì, anche ogni fatto con me stessa, con l’altro, con te. Con chi penso, con chi sta nel cuore. Con chi desidero. Chi desidero toccare, di chi voglio le mani, il tocco. Lo sguardo. Il respiro e il profumo. Il corpo vicino, la connessione, la forza e l’attrazione. 

C’è un po’ di tutto in questo post.

Innanzitutto sto cercando di mettere sempre frasi volte in positivo. Tanto, l’universo, i no, i non, li ignora, quindi sono inutili.

Poi l’unica cosa che volevo dire è che:

  • Nel momento che io sto nella vibrazione del riconoscimento ammirazione amore rispetto per me stessa, tutto ciò che fa parte del percorso per ritrovare pienamente la mia sovranità esistenziale e relazionale; etica politica economica finanziaria, tutto s’allinea da solo. 

Perché ho fatto questo post?

Perché mi stridono tutte le fatiche messe in campo per avere riconosciuta la mia sovranità.

Capisco, capisco che di fronte alla situazione si è presi dal dichiararla e denunciarla. E di trovare le strade, i percorsi per recuperare ciò che – pare – qualcuno ci abbia preso. Ecco, sempre più io sento che, basta uscire dalle nostre stesse prese di coscienza; è sufficiente lasciare le stesse verità che incontriamo. Togliamo nutrimento ed energia alle stesse egregore che stiamo portando in luce e denunciando. Perché esse stesse sono da abbandonare, per cui le lascio subito, prima ancora di entrarci.

Sì il mio pare un discorso strano, o in codice… forse è un po’ in codice.

Ma è semplice.

Vale per qualsiasi situazione, dalla condizione finanziaria mondiale in cui ci troviamo, alla più personale situazione mia, tua, sua.

Tutto è frattalico.

Lascio le controversie mondiali. Scelgo che le estinguo. Sono stanca di confliggere.

Scelgo che lascio le controversie personali. Voglio tenerezza, amorevolezza, comprensione. Gioco e ilarità.

Fantasia. Intrigo. 

Anzi, metto la mia testarda e irrinunciabile capacità di andare oltre e ricominciare, a disposizione sia del mio piccolo e personale mondo che del più vasto mondo del collettivo, dell’universo, della comunità umana.

Metto tutte le energie a disposizione di me stessa e della mia storia, così come le metto a disposizione del collettivo. 
Per energie intendo tutto ciò che ho attraversato come azione, conflitto; quindi dolore sofferenza mancanza attesa, sfiducia, abbandono, sfortuma, destino, delusione. Quanta energia abbiamo prodotto e dato in pasto all’altro da noi stessi, alla collettività, alle egregore, alla storia, ai potenti, alle relazioni, ecc.

Quanta energia. Quante risorse, quante vibrazioni, frequenza, pacchetti di forza.

E di amore. 

Ecco: una potenza energetica che muove i mondi. Quelli del cuore e quelli dei tanti cuori del mondo.

Tutto s’allinea alla vita, alla gioia, da solo.