Energia e massa infiniti – Trasformare la moneta in…

Energia e massa infiniti 

Da moneta a debito a moneta a credito

Laniak
                                 energia e massa infiniti

Laniakea – galassia

Sono le tre parti dell’essere che trasformano l’energia moneta da debito a credito, il livello prima si modifica dentro con se stessi, quindi con l’anima gemella/mappa del territorio –  la modalità trasformativa è la gratuità – il non calcolo, non controllo – modificando questo livello si modificano le relazioni fuori, quindi anche l’interazione tra le persone con l’energia moneta.

È come distribuiamo l’energia alle parti di noi stessi e con l’altro, che poi fa la giusta distribuzione fuori.

Energia e massa infiniti.

Anima ora ha “tempo” e se lo gode, si sente tranquilla e abbandona la paura (femminile equilibrato).

Spirito ora ha “spazio”, si sente forte per se stesso, della sua forza, lascia le insicurezze e le instabilità (maschile equilibrato).

È il contrario di ciò che accade nel mondo di fuori dove si ritiene che più ci si dà da fare più si può avere un ritorno in denaro e quindi in serenità. Invece si toglie tempo ad anima per fare “le cose dell’anima” e così si genera paura.

Così per spirito. Riteniamo che il maschile debba conquistare spazio (vedi conquista dei territori – il maschio va in guerra) invece così alimentiamo rabbia e paura perché togliamo a spirito il gusto del suo spazio. Non quello della competizione ma gli spazi vissuti come spirito sa, a giocare con anima.

Adesso ho tempo” dice anima.

Come si fa a creare il tempo?

Per avere tempo bisogna aver creato tempo esterno all’ologramma che crediamo sia l’unico in cui siamo.

Chiamo tempo esterno il tempo in matrix, questa, in cui siamo e che riteniamo sia il solo mondo in cui siamo.

Chiamo tempo interno il tempo fuori matrix, il tempo dentro noi stessi. Il tempo nell’ologramma. Dentro abbiamo più tempi. Per esempio il corpo ha più tempi, così la psiche e le tante parti di noi hanno tempo propri che non sono allineabili, coincidenti con l’unico tempo di matrix.  Tempi che stiamo vivendo in altri ologrammi in cui siamo, anche se ancora non ne siamo consapevoli. Possiamo anche dire che questo tempo, esterno a matrix, interno a noi stessi, siamo noi.

Lo stiamo diventando.

Il tempo lo creiamo noi.

Il tempo lo creo io nel momento che sto con “i miei ritmi”. Ciascuno di noi che sta leggendo qui può affermare questo.

Come si fa a creare il tempo?

Sento l’energia, ossia sento lo scorrere del flusso energetico delle mie emozioni. Questa energia è sostanza, la sento. Che ci sia o non ci sia fa differenza, per cui, è sostanza. È materia. Questa energia che scorre nessuno me la può carpire, posso utilizzarla come desidero.

Adesso mi serve energia “tempo”.

Ma non che mi serve un pezzo di tempo di quello che sta nella mia giornata, ossia nell’ologramma in cui sono ora. Mi serve darmi una possibilità nuova, che nemmeno so com’è, ma ne sento il gancio, l’attrazione. Sento che mi piace. La mia testa va, vola in questo sentire. La differenza tra prima e adesso è che sono consapevole del fatto che questa possibilità è legittima, è espressione della mia dignità, è una possibilità che intendo vivere. Punto.

(I pensieri boicottanti appena li vedo, li abbandono e basta).

Certe cose che pensavo e dicevo di me stessa non lo alimento più.

Ecco, mi piace pensare questa possibilità nuova, sento la schiena che si raddrizza, mi sento sollevare, per cui questo pensiero per me è ok.

Ecco, prendo l’energia che sento scorrere e la indirizzo all’intento che io questa possibilità me la voglio regalare. Improvvisamente mi trovo uno spazio dentro, un modo diverso di pensare una faccenda che prima vedevo chiusa.

Vedo come può essere possibile. So che è possibile. Mi sento più sicura di me, più forte. Altro pensiero ok, quindi. Alimento il fatto che questa possibilità la sto vivendo, si sta immettendo nella mia giornata.

Sono partita da una botta di energia sollevata da un’emozione. Accetto questa energia, ed essa si trasforma in tempo.

Bene, anima è a posto. Le ho creato tempo, le ho regalato tempo.

È vero, la mia giornata è cambiata. Ho ridotto le ore di un lavoro che mi faceva star male, e sono molto più serena su questo aspetto di me. Il mio tempo (quello esterno all’ologramma) è sempre significativamente pieno, anche quando non faccio nulla è un tempo importante. Mi sto volendo bene davvero, di fatto. Ho tutta l’intenzione di mantenere al minimo le mie ore di lavoro dovuto, e di inventarmi un lavoro in cui posso agire la mia passione. Scrivere, confrontarmi, comunicare, indicare ciò che ho imparato grazie agli archetipi primari. Quale libertà, consapevolezza, comprensione, lucidità di ciò che siamo e di dove andiamo, danno gli archetipi.

Adesso sistemo spirito, che ha bisogno di spazio. L’energia che sento ora, dato che una parte della creazione è fatta, ora la oriento sull’altra parte. Ho creato il tempo in cui mi vivrò ciò che desidero, adesso oriento l’energia, il flusso che sento verso, ancora, la mia possibilità accarezzata, e so che sto creando lo spazio. Il luogo, il dove, della mia creazione. Se, invece di chiamarla matrix lo chiamiamo ologramma, ci collochiamo in un orizzonte diverso. Anche “matrice” è un buon termine. Certo sono diversi ma hanno una campo comune, e sono parole che conducono  un senso malleabile, duttile, trasformativo.

Ologramma ha a che vedere con spazio, certo anche con tempo, ma anche con intensità, partecipazione dell’osservatore, presenza, elasticità, adattabilità, accettazione, comprensione, e altro.

Matrice, sto imprimendo movimenti nuovi nella matrice.

Energia e massa infiniti.

Per creare spazio bisogna amare se stessi incondizionatamente. No qualche altro, ma se stessi. Appena ci si rivolge verso se stessi e si orienta l’energia verso sé ci si rende conto che si è in uno spazio “proprio” che nasce qui, da se stessi, per il fatto stesso che si sta esistendo dandosi il riconoscimento e l’approvazione di esistere così, come si è sempre stati. In toto. Ci si rende conto che non ci serve contendere lo spazio di altri, farsi spazio, guadagnarsi spazio. Non ci serve lo spazio degli altri perché si sta producendo, vedendo il proprio, insostituibile spazio.

Resto puntata su me stessa nel dare energia così lo spazio, proprio mio, aumenta e si allarga.

Ora agisco dolcezza e leggerezza.

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Le parole sono importanti. Una parte della pseudo-separazione tra noi e il fuori di noi è dato dal sentire disturbato, talmente profondo ed ereditato, che non ce ne rendiamo conto. Questo sentire, dovuto al disordine alimentare e climatico ci fa sentire separati, dalla natura, dalla realtà, da noi stessi.

Un’altra causa sono le parole. Le parole che usiamo e abbiamo usato nella tradizione, nella storia per indicare le situazioni, le cose, eccetera, se non sono coerenti con la sostanza che indicano, creano dicotomia.

Altra causa è… la storia. Ciò che continuiamo a rinnovare nella memoria, nel ricordo. Pensiamo di farlo per imparare le lezioni dalla storia, non è così, scaviamo sempre un dolore, una sofferenza, conflitti e separazioni, continuiamo a metterli davanti all’Osservatore.

Sta meglio chi non sa?

Una di queste parole “negative” è matrix. La diciamo e confermiamo, non solo la gabbia, ma anche un modo di sentirci connessi che non è vero ma ci condiziona. Ci inquina la mente.

Lasciamo questa parola.

Siamo un ologramma. Questa realtà è un ologramma. Per ora va meglio, poi si vedrà. Possiamo essere, anzi siamo allo stesso tempo in più ologrammi. Possiamo perciò spostarci di ologramma, spostando “pacchetti” di tempo.

L’ologramma è ciò che emerge dalla matrice.

Matrice è una specie di rete, che non c’è, si crea nel momento stesso che ci serve. Siamo bravi a creare matrice. Matrice ci dà i punti di contatto, di riferimento, le impalcature, i centri energetici, le chiavi psichiche. Poi noi tessiamo una tela, un intento che via via si fa reale. L’ologramma. L’ologramma è un intento, un progetto, una situazione quando emerge dalla matrice.

Per percepire la matrice bisogna aver resettato tutto ciò che era e che è. Qui ci si ferma. Si sa che non serve agire, fare, pensare, buttarsi. C’è un tempo di sospensione, di cui sono consapevole e che lascio essere. Sono passiva in questo tempo. Né so che cosa si imprimerà nella matrice. Anche lo so, perché io, già da prima ho dato l’impronta all’intento, al progetto, desiderio, ecc. questo di adesso è un tempo spazio sospeso.

È come se stessi… covando.

L’unica presenza che sento viva e attiva nel suo “non fare” è il cuore.

Alla fine ho parlato di tante cose e poco di moneta. Ecco, è la dimostrazione che non tutto è riconducibile alla moneta, ma che se non avessimo altri livelli di realtà di vibrazione e di senso, saremmo davvero alienati da noi stessi.

Avete trascorso 10 minuti con me, a leggere qui. Per 10 minuti non vi siete occupati di lavoro tantomeno di denaro ma solo del gusto (spero) e della curiosità di leggere cosa scrive questa tipa.

Avete regalato del tempo ad altre parti di voi stessi. È questo che vogliamo: regalarci tempo. Muoversi in energia-moneta alternativa. Forse davvero siamo stati col nostro cuore.

Abbiamo visto che lo sappiamo fare.

Possiamo permetterci di uscire dalla paura che dedicarci e dedicare qualcosa di gratuito a sé e agli altri è sconveniente, quando non idiota (così la pensa il mondo).

Alla prossimaaaa!!

3 ottobre 2016