Felix – alfabeti matrice

Felix – alfabeti matrice 

 

 25 aprile 2019

Felix

Sto scrivendo poco ultimamente, il fatto è che sono impegnata a vivere.
Scegliere. Ogni giorno, e vivere. Senza aggiunte di razionalizzazioni comprensioni interpretazioni informazioni la vita scorre meglio.
Cambiamento è pensare solo al nuovo.
Il passato, se lo rincontrerò, sarà nuovo.
È nuovo.
Non mi proietto in tempi futuri, ho l’oggi pieno e saporito.
Anche io piccole cosine ancora da aggiustare ma non le guardo e tantomeno le dico.
Ho imparato che i lamenti tolgono energia alle creazioni che invece voglio, per cui, sposto l’energia, tutta, su ciò che intendo creare e vivere.
Tanto meno ho la voglio di condividere o comunicare quello che penso o che faccio.
Ho capito anche che si comunica perché si ha la necessità di essere condivisi in un campo, una specie di pentolone cui si crede di aver bisogno di far parte. Mi accorgo che sto bene da sola, anche nella comunicazione. Che mi faccio compagnia, e bene e che, se davvero compagnia voglio, da qui la trovo, da questi livelli di ben vivere che oggi ho raggiunto.

Chi si lamenta o mi riporta situazioni del passato, li metto decisamente fuori perché – non sono tanto le persone che mi disturbano – ma – il fatto che ancora girino in certi file o in certe sensazioni fa tornare anche me in file simili e in sensazioni e vissuti simili. Sento subito il disagio. Avverto la differenza di come sto se non torno indietro e come sto se da sola, o portata da qualcuno torno in file vecchi.
Distinguo, scelgo e vado oltre.

Scrivo quello che vivo e che penso semplicemente perché mi piace scrivere, stamattina ho voglia di scrivere. Non lo faccio per l’intento di condividere cose che mi aspetto gli altri seguano, tanto meno per consigliare o insegnare.
Se una cosa posso indicare – forse l’unica – è che sono sicura che ciascuno ha dentro la sua strada, la propria chiave, una specie di personale e unico strumento per uscire dalle situazioni e darsi vita nuova.
Se un aspetto è condivisibile è: ciascuno trovi il proprio strumento. La propria chiaveIl suo gadget.
Leggo anche poco in questo periodo, non leggo libri in cui si indica agli altri come fare per uscire dai problemi, dai disagi. Spesso questi scrittori dicono cose sagge, danno indicazioni importanti, ma sento che – non sono per me – quello che stanno indicando non si adatta perfettamente a ciò  su cui – io – devo lavorare o sto lavorando. Sì, danno belle utili indicazioni, ma non sono del tutto coerenti con me, per cui avverto che, se facessi come dicono, sarei io che debbo fare lo sforzo o andare dietro a loro invece per me ora è il contrario, sono le indicazioni che debbono vestire a pennello ciò di cui io necessito, o desidero. Allora sì ho un alleato, un vantaggio, un gadget. Se la mia energia resta qui e tutta, non la sposto in indicazioni che non stanno adeguatamente sdraiate su di me e su come io sono, ma io dovrei adattarmi. Allora sto, tengo conto, magari mi dico:

Bèh sì, questa cosa riuscirò a farla. La accetto nei miei pensieri e lascio che, se davvero è utile per me, si costruisca da sola dentro di me.

Non faccio sforzi né per me tanto meno per le parole di altri.
Alla base c’è il mio corpo, e mi fido del fatto che il mio corpo sa tirarmi fuori dall’impasse. Il mio corpo sa che cosa gli serve e come cercarselo e costruirlo.

Così, dato che io non aderisco ad informazioni di altri, non mi aspetto che i lettori aderiscano alle mie. 

Mi tengo sempre libera da qualsiasi cosa scrivo, dico, affermo, pubblico.
È la – mia strada – l’unica cosa che siete chiamati a fare voi è trovare la vostra.

Adesso racconto le ultime tappe con gli alfabeti. Ossia il mio gadget.

Sto raccogliendo le ultime esperienze nei due ultimi libri che sto ristampando.
Vedo di essere veloce. Tutte le spiegazioni in più sulla storia, sviluppo, significati degli alfabeti, non servono.
Io ho sempre parlato riferendomi allalfabeto ebraico. Ad un certo punto è accaduto che l’intuizione mi ha portato ad andare a curiosare un po’ dentro gli alfabeti più antichi
Ossia, mi sono detta: l’ebraico esiste da un certo momento in poi, neanche tanto in là, e bisogna dire che l’ebraismo e la storia di questo popolo non sono tra le più edificanti. È tutto un raccontare soprusi guerre conflitti vendette prevaricazioni violenze sopraffazioni maschilismi prepotenze, ecc ecce. Finzioni sulla storia, ecc. ho finito l’analisi dicendomi: l’ebraico è una lingua che crea polarità, separazione.
Quindi l’alfabeto ebraico non mi agevola il senso di unità della realtà. In fondo, di ciò che sono. Provo ad andare più indietro, che, lo sappiamo non è tanto un andare a ritroso nella storia – che storia lineare non c’è – quanto un andare a ripescare nella memoria linguaggi segni e simboli che mi portino in quel campo di frequenze, che mi agevolino nel manifestare ciò che sono come Uno.
Così, aiutandomi con informazioni dalla storia, illusoria, ma anche utile per aiutarmi negli indizi, mi ritrovo a pensare all’alfabeto sumero-accadico. Poi a cercare ancora più indietro quali altri primi raggruppamenti di segni glifi e suoni possano essere stati i conduttori, i mediatori di come l’Uomo si stava esprimendo la sua esperienza della realtà.
Mi trovo tra alfabeti egizio, proto-aramaico, sumero, trovo un alfabeto atlantideo, del quale abbiamo solo informazioni ma non più reperti diretti, trovo primi raggruppamenti di segni, trovo geroglifici, graffiti. Cerco di andare ancora più all’origine e mi trovo a pensare che forse una delle prime categorizzazioni delle esperienze è stato il dire:

Il mondo è: aria acqua terra fuoco.

Mi viene da collegare i quattro elementi a

terra – denari – energia terrestre – maya 

acqua – coppe – energia emotiva – sumero accadico

fuoco – bastoni – energia astrale – atlantideo

aria – spade – energia razionale – ebraicosanscrito 

Insomma, più o meno questo l’ho già scritto nel post precedente.
Questo è stato il filo del pensiero. Oggi uso gli alfabeti. Per me alfabeti significa chiavi del pensiero che immettono nell’energia e nel campo di frequenze di chi quell’alfabeto usa o ha usato. Per cui i segni e i simboli, le frequenze di un alfabeto mi conducono le dimensioni, le sincronicità collegate con un determinato campo energetico e quindi di pensiero. Con determinate egregore.
Perché io abbia associato un certo alfabeto ad una determinata energia è dato da una serie di intuizioni che sono arrivate, magari può essere anche diverso, non so. Anche io, d’altronde, so che lascio le porte aperte ad ogni altro collegamento. Per adesso uso queste associazioni e mi rendo conto di come il mio pensiero si sta ampliando e andando in profondità.

Semplicemente – applico gli alfabeti – li richiamo dentro di me per :

terra – denari – energia terrestre – maya – attivare le mie capacità e competenze
per muovermi nel mondo delle realizzazioni della prosperità energia denaro delle soluzioni delle serendipity dell’impresa della creazione dell’arte e genialità
– della realizzazione terrestre degna forte allineata alla natura e all’umanità sana – della generosità della competizione sana e produttiva della compartecipazione del riconoscimento stima apprezzamento godibilità della lucidità sagacia spietatezza acume
– della terrestrità pienamente vissuta naturale sana di pregio

acqua – coppe – energia emotiva – sumero accadico – suscitare emozioni
– il mondo delle mie emozioni al meglio serene giocose
– affermo: io sono la felicità che gioca nel mio mondo
– alimentare dentro di me le emozioni le suggestioni i sentimenti le sollecitazioni le eccitazioni le seduzioni gli intrighi i segreti le sorprese i movimenti del corpo e dell’animo le sincronicità 

  • le gaiezze dell’eros dell’amicizia della complicità segreta e dei giochi erotici delle seduzioni intriganti e sottili geniali di fuoco di amorevolezza di rispetto e allegria leggerezza gioco di coppia di intesa di fiducia fedeltà serenità appartenenza libera scelta voluta e felice
    – La serendipity delle emozioni dell’amicizia dell’eros per attirare le persone giuste per me

fuoco – bastoni – energia astrale – atlantideo – avere la forza
– la forza, l’energia che mi serve per stare bene, affrontare le giornate, continuare a sistemare il mio mondo così come serve a me
– superare ciò che non mi serve – andare oltre ad aspettarmi il meglio ciò che viene dopo e che è sempre più allineato a me. Trovare in me la forza di ciò che mi accade – avere fiducia – instillarmi fiducia apprezzamento amor proprio ogni mattina appena mi sveglio
– trovare la forza per vedere e scardinare i file e gli schemi che non mi servono più – dimenticare in fretta persone non più necessarie al mio cammino – avere tutti gli insight che mi servono ogni giorno e anche di più – affrontare situazioni persone accadimenti e trarne il meglio, ecc ecc

aria – spade – energia razionale – ebraico e sanscrito – movimenti per dis-installare schemi e file non più utili

– ogni volta che in me mi rendo conto che un pensiero un sistema di pensieri uno schema un impostazione una credenza un’egregore mi sta trattenendo in una modalità di essere e di fare o di pensare e interpretare la realtà che non mi serve più che mi trattiene toglie energia – mi porta in pensieri e comportamenti corrosivi tossici dispendiosi deleteri inutili corrotti riduttivi ecc ecce
– oggi che mi accorgo di quanto l’esistenza può essere prospera in avanti – di quanto grande e vero è il mio diritto di natura di avere il meglio dalla vita su questo pianeta in questo universo in altri universi
– per avere la libertà e l’ampiezza di vedute e possibilità di creare immaginare regalarmi tutti i mondi possibili immaginabili- farli accadere e godermeli
– darmi il meglio del meglio permettendomi ogni miglior pensiero.

Mi sono creata la chiave. La mia.

Oggi immetto file nuovi attraverso alfabeti e dis-installo file inutili attraverso altri.

In questi giorni sto dis-installando schemi dell’alimentazione. Sono i miei, per cui non serve che li spieghi, so che a questo punto intendo migliorare ancora anche sull’aspetto cibo così il corpo migliora ancor più.

Sto installando sollecitazioni emozioni suggestioni nuove con alfabeti complici in questo per espandere la mia rete relazionale e la qualità delle mie interazioni.

E via.

Saluti e grazie