I libri di Francesca Salvador
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I libri, nel formato cartaceo, si possono richiedere direttamente all’autrice, meglio ancora all’editore:
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Presto i due nuovi e pub sugli archetipi
Archetipi, i 22 movimenti della forza
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Archetipi, la danza della vita |
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Questo è il mio primo libro sugli archetipi. Il secondo è Vittoria. Ora escono altri due titoli in e pub, sempre sugli archetipi. Li trovate qui. Gli altri girano attorno a questi. È il mio targhet, il mio senso di stare al mondo. Forse neanche io ancora comprendo tanto quello che in questo libro dico. In effetti sto sempre a sperimentare ciò che qui è scritto, facendo diventare percorsi, ipotesi, strade ciò che vi sta scritto. Come è nato questo libro? Avevo letto Archetipi del prof. Mario Pincherle, mi ero innamorata di segni e simboli, sentivo interessante e aderente a me la parte in cui l’autore spiega le sperimentazioni fatte per riscoprire, attraverso esperimenti di fisica meccanica, le forze che creano e reggono l’universo. I movimenti, le energie alla base di ogni creazione. Nella storia (ma oggi mi chiedo: c’è storia?) l’umanità, necessitata da situazioni concrete cui rispondere, ha trovato un po’ alla volta i fondamenti della realtà in questi 22 movimenti, diventati nel tempo segni e simboli negli alfabeti. Così per l’occidente, l’oriente s’è solo dato altri segni per fissare gli stessi 22 movimenti. Ho cominciato a osservare i segni, a riprodurli, pensarli. Qualcosa era attaccato là in fondo a me, tra me e i segni. Qualcosa che ha funzionato sempre come un radar, un navigatore, un contatto sempre aperto con l’intuizione. S’apriva, s’apre un varco tra il qui e ora e la mia capacità di captare un’informazione. Ecco, qua lavora l’archetipo. Per me è un fatto fisico, psichico, fisiologico. Eppure, c’è ancora tanto in cui inoltrarsi. Dove siamo? Chi siamo? Fino a qui è come aver vissuto nell’oscuro. Cosa sperimentiamo? Cosa può fare da riferimento, da punto fermo in questo andare. Andare dove? Ma è un andare? Uno stare? Qualsiasi risposta gli archetipi fondamentali se la sono portata via. Spazzato ogni sostegno, anche detto illusione. Come è nato questo libro? Forse non è mai nato. Non rintraccio dentro me il momento, il periodo. Mi ricordo dove abitavo, so che c’era un’amica che mi ha molto aiutato, ha avuto le prime intuizioni su come procedere. Mi ha insegnato a muovermi sul web. Poi tutto è stato spazzato via. Pian piano le Tavole che si trovano nel libro si sono definite, impostate. Fatta la scelta dei segni, dei periodi, delle civiltà. Intanto sperimentavo il senso dei segni. Poi sono arrivate le funzioni, e qui si è aperto il perché della ricerca, del libro, di tutto ciò che ho fatto e scritto dopo. Tutto questo immane lavoro per indicare movimenti, flussi, vita che scorre al posto della staticità delle conoscenze concettuali, sotto gli schemi, sotto questa realtà così fissa e stabile da sembrare vera mentre si percepisce ogni attimo che è illusoria, non vera, non reale. Come viaggiare dentro un plasma indefinito in cui ogni attimo imprimiamo il nostro pensiero e intento. Ma continuiamo a puntare gli occhi sulla stessa trama, e ci sembra vera. Questo è Archetipi, la danza della vita: vivere di flussi, di movimenti, lasciarsi scorrere da qualcosa che sa chi sono e dove vado. |
Tre libri |
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I tre libri “Nel paese dei balocchi”, “Isshah Adamah” ed “Emme Ya” in un unico ebook |
Nel paese dei balocchi |
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Anni fa, per un periodo, ero immersa nel cosmo. Mi sentivo materia stellare e lo scrivevo in continuazione. Sono nate poesie, racconti. Molto girava attorno a questa dimensione “stella”. Io stessa mi chiedevo il perché, la risposta era la spinta a scrivere ancora e ancora di stelle, polvere di stelle, astri e pianeti. Le parole erano scelte, pescate, immerse tra le stelle. Scrivevo, coloravo, la materia si apriva a una densità diversa, vedevo dentro ai colori una pregnanza, intensità. Questa pregnanza scavava dentro, mi faceva volgere all’interno mentre mi toglieva possibilità di vivere nelle attività, nelle incombenze dei più. Vedevo che c’era un mondo più pacifico, unificato, che non rinviava conflitti ma pacificazioni, che sceglieva la comprensione. Era un mondo che restava dentro, che io stessa non ero in grado di vivere fuori. Fuori anche io sperimentavo separazione, fatiche, massacri, incomprensioni. Non mi sentivo capace di stare al mondo. Intanto la polvere di stelle continuava a scendere, filtrare, calare tra le pieghe di me. Della mia anima? Non lo so. Non so se ho, se abbiamo un’anima o se l’anima è un qualcosa che compartecipiamo per cui possiamo dire che esiste anche in noi solo quando siamo capaci di sollevarci dal nostro sé individuale e fluttuiamo una dimensione compartecipata. Che non toglie nulla alla mia persona, al mio essere un nome, un corpo, un sentire, ma mi tiene legata alla vita, al pianeta, a vibrazioni che oggi so che ci sono anche se non le so indicare né dimostrare, ma le sento e so che sono vere e vive più di tutto quello che posso raccontare. Ecco, credo che la nostra dimensione cosmica va ritrovata dentro di noi, è la nostra natura. È la nostra libertà perché essa ci affranca da qualsiasi altra appartenenza inventata dopo, per quanto spirituale, civile, sociale, tutto è solo una piattaforma di immagini che si riflettono e susseguono. “Siamo materia stella”, forse significa solamente che la nostra psiche sa produrre concretezza. Ossia, altro non sono che un occhio, un centro, che forse è vuoto, un centro di forza che ruota, pulsa, gira e ruota e produce campo, energia, e mette insieme coordinate che vengono da me, dal qualcosa che in me si racconta attraverso la realtà che creo, che proietto fuori. Sono nata da una stella, ossia da questa dimensione dinamica che è il creare me stessa, ogni attimo. Creandomi innanzitutto i riferimenti, le coordinate, tempi e spazi e buttandomi talmente totalmente nell’adesso da non ricordare nemmeno da dove vengo. Una cosa so: che molti dei punti fissi che ci hanno insegnato e che sembrano sacrosanti e scontati, anche nelle dinamiche interiori, nelle relazioni, ecco, c’è molto molto di più che possiamo continuare a togliere, possiamo mettere tra la zavorra e disfarcene, semplicemente non guardando più di là. Ci sono impianti di pensiero inutili così profondi. Io stessa non li conosco ma so che, basta che mi dica questo, e la parte felice ed alleata della mia Mente inizia a resettare anche là fino a dove oggi sembrava inaccessibile e inattaccabile. E io rinasco, ogni giorno più libera. Si tratta di provare. A che cosa serve questo piccolo libro? Basta leggerlo, e la vibrazione della libertà e della nostra grande dignità é condivisa. |
Isshah Adamah
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Questo piccolo libro racconta del “femminile e maschile”. Siamo in ambito “archetipi primari”, le 22 chiavi dell’universo, i 22 movimenti della forza, (ci sono altri libri della stessa autrice che sviluppano questa ricerca).. |
Serendipity – dove ho trovato il meglio di me
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Serendipity, per dire la magia della vita, che viaggia con la poesia, la genialità, la sagacia, l’audacia. Il volare alto. Dare respiro, vita, forza ai nostri grandi sogni. Osservare e intuire, sotto le pieghe della quotidianità, i portali verso la gioia e verso una vita sempre più soddisfacente… |
7 settimane con il mio alchimista interiore
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Parlare di emozioni e sentimenti per sentire la forza e imparare ad usarla per i nostri progetti. Ascoltare cosa e come si muove dentro di noi la forza, l’energia. Il percorso è esperienziale. Non si pensa, si ascolta, si osserva e, il meno possibile, si legge si interpreta. La forza è quella che è: forza. Potenza.. |
Teatro
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“E’ importante festeggiare!”.. “E’ l’anniversario della nascita di Wolfang Amadeus Mozart!”.
Questo l’imperativo che scorreva tra noi, in quell’anno. Spinti da che cosa? Da desiderio di scrivere, di celebrare, di giocare? Di più, di più, ora lo vediamo: il lavoro è interiore. Tamino e Pamina, Mozart ci insegnano a entrare in noi stessi per trovare la strada della conoscenza e la nostra felicità. |