Le civiltà matriarcali – le dee – 1

Le civiltà matriarcali – le dee – 1

Le civiltà matriarcali – le dee – 1

Le civiltà matriarcali – le dee – 1

Intendo fare una serie di articoli sulle dee.

Come è chiaro del mio pensiero dee e dei sono funzioni e movimenti della psiche.

La realtà fuori, di fatto, non esiste. Questa l’ultima spiaggia (per ora) in cui la fisica quantistica ci ha condotti; d’altronde, anche gli archetipi ci hanno condotto alle stesse conclusioni, e lo ripetiamo spesso.

Qui siamo in un percorso esperienziale, per cui inutile tentare di spiegare con logica e ragione le esperienze, gli insight, le percezioni che la realtà olistica più ampia e vasta ci offre nel momento in cui, consapevoli che la mente razionale è semplicemente uno strumento, ci si avvia ad una conoscenza del mondo molto più vasta e ricca di senso. Per arrivare a rendersi conto che: una tale profondità e vastità della realtà discende direttamente dai nostri mondi interiori, e che possiamo condividerne l’esperienza solo con chi si trova a vivere le stesse dimensioni.

Le civiltà matriarcali – le dee – 1

Conoscere e familiarizzare con dee e dei non è un fatto da intellettuali, non ci serve una conoscenza accademica, ci serve avere elementi, ganci simbolici, che contattino i nostri mondi interiori così da farci percepire la correlazione e le sincronicità tra noi e ciò che ogni giorno mettiamo sulla scena del mondo. Anzi l’aver fatto del mondo degli dei una razionalizzazione ha portato come conseguenza alla loro evemerizzazione.

Ed ecco che il grande e potente mondo interiore delle nostre capacità psichiche s’è spostato da dentro a fuori, con la conseguente perdita della coscienza della nostra individuale natura divina nel mondo delle percezioni, e della sovranità nel mondo della materia.  

Dire “le dee” significa dire il femminile, l’energia, il movimento, l’atteggiamento del femminile.

Qui siamo molto prima del dire: femmina e maschio – donna e uomo.

Ci troviamo nelle energie primarie, che conosciamo anche come archetipi primari; queste energie, questi movimenti appartengono a tutti i viventi, a tutte le forme di vita.

Così come ben sappiamo che tutti i 22 archetipi primari appartengono ad ogni forma di creazione.

Stiamo parlando del 9° archetipo – Thet – Th – accettare.

La dinamica del movimento del femminile è accettare – accogliere.

thet – th – 9° archetipo

Il suo complementare è l’11° archetipo – Kaf – K – penetrare – il movimento del maschile.

Ci occuperemo anche del movimento kaf.

Kaf – K – 11° archetipo

Thet – accettare – il femminile.

Ecco che il modo, la dinamica, di questa energia si manifesta nella realtà con tutte le forme dell’accogliere, comprendere, accettare, empatizzare, conoscere, portare dentro.

Da questo tutte le forme in cui tale movimento s’è dato nel mondo soprattutto nella sua forma massima che è la fecondazione, il concepimento, la gestazione, il parto.

Oggi la scienza sa distinguere tra il momento della fecondazione e quello del concepimento.

Fecondazione che inizia prima ancora che l’ovulo venga fecondato, che continua con l’istante in cui lo spermatozoo incontra l’ovulo nel concepimento, e che prosegue poi nel darsi capacità e organizzazione per far crescere e nutrire la prima cellula e l’organismo che si struttura.

Nel momento della fecondazione e in quello del concepimento una luce si libera tra le cellule. Quell’attimo libera un brillio. Oggi con la strumentazione si riesce a vedere questo momento così eccezionale. La vita, quando si manifesta mostra la sua luce.

Ecco, in questo post voglio far notare solo questo.

La divinità si collega alla luce. Il divino è luce. Questo sta nel pensiero comune, nelle tradizioni e nelle religioni. 

La luce è nel movimento dell’unione tra maschile e femminile.

Questa è la radice divina che appartiene ad ogni vivente, in se stesso.

Possiamo anche non definirla “divina” dirla semplicemente umana, terrestre, perché questo è di sicuro, così evitiamo di prendere la via del sacro, quando usiamo questa parola nella sua accezione di “separare”.

“Fare il sacro” significa “separare”.  Mettere da parte per farne qualcosa di sacro, di eccellente, di supremo, di qualità.

Sempre caratteristiche umane sono.

Sadé – 18 archetipo  – S – separare.

Sadé – S – 18° archetipo – Separare .

La luce divina non sta in dee e dei fuori dal mondo degli umani, sta qui, nella nostra stessa natura.

Non ci serve collocare dei e dee fuori di noi, in Olimpi che chiedono poi riconoscimento e culto. Questo è ciò che le religioni hanno fatto, e che il patriarcato ha rafforzato con la conseguente separazione delle dimensioni e dei mondi. Fino ad arrivare ed esaltare e dare energia al mondo degli dei a scapito del mondo delle donne e degli uomini. 

Le civiltà matriarcali – le dee – 1

Tornare alla natura, ri-allinearsi alla natura, significa andare alla sorgente delle cose e dei vissuti per comprendere che il mondo degli dei, delle potenzialità sono dentro ogni vivente. 

Le tradizioni matriarcali, gilaniche e non solo, ci hanno lasciato reperti, segni e simboli nei manufatti proprio per farci ritrovare la memoria dei nostri mondi naturali, accoglienti, comprensivi. Attenti alla vita e a proteggere ogni vivente.

Lascio alcuni link degli articoli precedenti.

civiltà gilaniche – Civiltà a confronto e in integrazione

archetipi – segni e simboli gilanici – immagini

qui la spiegazione delle grandi categorie dei simboli

Civiltà gilaniche – saper vivere come prima degli alfabeti e delle parole

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