Tempo

Tempo

Quanto tempo passato a vivere il passato e quanto tempo passato a vivere il futuro, ma “che bel gioco” vivere il presente!

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Colui che gioca è Corpo. La misura di Tempo è Corpo.

Vivere il presente significa impostare il movimento su frattali. Né tempo circolare né tempo lineare. Tempo circolare fa restare nello schema del passato. Tempo lineare fa restare nello schema di futuro.

Il frattale si muove in… frattaliche direzioni, ossia, dato un impianto, un programma, un’identità, esso si riproduce in molte misure e piani. Quindi c’è un mio impianto originario che può essere vissuto in molte direzioni e dimensioni.

In effetti non esiste né il passato né il futuro, solo l’adesso. Il qui e ora.

Il qui e ora non è il qui e ora sulla Terra, non c’è un pianeta di terra… Terra. C’è una dimensione cui noi abbiamo dato consistenza e identità, che abbiamo chiamato Terra. Talmente l’abbiamo guardata, detta, interpretata che l’abbiamo fatta diventare un qualcosa che “sembra” concreto. Ma sappiamo bene che concreto, materia, altro non è che un certo livello di vibrazione.

Continuiamo a proiettare fuori questo livello di vibrazione e l’energia si concentra attorno ad un asse, ad un punto, un punto disseminato in un campo, che diventa ciò che vediamo: terra, mare, prati, cielo, piante, cose, persone, vento, pioggia, sole, ecc.

Un giorno ero ferma ad una stazione, il treno era rotto e dovevamo aspettare una coicidenza. Era un pomeriggio di forte sole. Ero seduta su una panchina accanto al binario. Tutto luccicava attorno a me. L’aria sfrigolava di infinite particelle colorate. Luminescenti. Vedevo onde luminose, bande luminose. L’aria pareva intensa e compatta, in essa pullulavano particelle di tutti i colori.

Ho capito dopo che forse quello è un livello delle vibrazioni dell’energia.

Un’altra volta ero in una casa, in un salotto. C’erano statue, biscuit, vasi di cristallo, quadri. Tra queste suppellettili scorreva una tensione che io vedevo come flusso, che sentivo. Vedevo, percepivo fasci di energia intersecarsi. Partire da un oggetto, andare ad un altro. Tutto questo creava una rete di flussi che riempiva la stanza. Era forte, se ne avvertiva l’intensità.

Cosa c’entra con il tempo. Mi viene da dire che il tempo come lo concepiamo noi è poca cosa rispetto alle innnumerevoli risorse che questa energia può essere. Rispetto alla potenza di energia che “l’energia tempo” contiene e che può essere a nostra disposizione. Si tratta di percepirla e imparare ad usarla.

L’energia tempo funziona nel qui e ora. Nell’istante. Ogni istante io ho tutta l’energia che mi serve a disposizione, per cui se io sto nell’intento dell’adesso, quello che riguarda il mio qui e ora di questo istante, qui c’è un pieno di energia a disposizione. Se io sto nell’intento di questo momento e nel contenuto di questo momento ci lavoro, ossia sviluppo intenti, progetti relativi al qui e ora in cui mi trovo. Qui ho tutta l’energia per trasmutare e trasformare il qui e ora di questo momento.

Trasformo – 14 arché – N – Nun. Trasformo.

Anti

Solidifico – 4° arché – D – Solidifico

Lego – 19° arché – Q – Lego.

Porto oltre:

Penetro – 11 arché – K – Penetro uno spazio tempo nuovo.

Il “qui” significa che io posso, all’interno del luogo in cui adesso mi trovo, aprire altre possibilità e variabili sul luogo stesso.

Espando – 17° arché – F – P . Espando

Concentro – 10° arché – I – Y – J – Concentro

Presso – 15° arché – S – Samek.

L'”ora” significa che all’interno di questo adesso io posso aprire possibilità e variabili per vivere questo adesso, che ha questi contenuti e significati, ampliarne le possibilità e i contenuti stessi. O cambiare tutti i significati, tutti i personaggi e le situazioni. Importante è che io stia bene.

Concentro – 10° arché – I – Y – J . Concentro

Metto in movimento – 3° arché – C – G. Metto in movimento

Trasformo – 14° arché – N.

Questo il gioco.

Certo, io ho nella mia memoria tanto passato e ho nella mia mente tanto futuro già elaborato. Bene sia passato che futuro altro non sono che energia pensiero.

Taglio -18° arché – S – sadé

Sciolgo – 13 arché – M – mem – le acque.

Sciolgo ogni memoria e diventa energia libera.

Sciolgo ogni progetto sul futuro e diventa energia libera.

Qui e ora nuovo, libero, in cui innesto il progetto dell’adesso e nell’adesso lo lascio.

Sperimentiamo sul tempo. Stamattina, appena ho detto… Vittoria, mentre mangiavo brichoes e prendevo il caffè, ho visto una sequenza. Sarà che Vittoria è un’esperta di giochi sul tempo-spazio e sta cercando di insegnarceli. Non sto dicendo l’autrice, Francesca, sto dicendo la protagonista: Vittoria.

Desidero una situazione, ciascuno sa la sua.

1 – Ho il gioco del capitolo Perfeziono, quello sul silenzio.

Là è applicato all’attrarre l’anima genella, ma noi sappiamo che con il transfert, una strategia va benissimo per ogni altro desiderio.

2 – Sono centrata sul mio desiderio. Ossia mi mi sono già vista e risolta tutti i miei stessi boicottamenti e sabotaggi tipo: “non è per me”, “non è il momento”, “ma posso avere di meglio, di più”, tutte illazioni sparate a razzo dalla mia vecchia mente che ancora ha qualche file da zavorrare. Giorno per giorno li acchiappo questi file cache e li soppianto dal sistema.

Per cui: sono ben piantata

dalet – 4 – solidifico

e centrata

yod – 10 – concentro

ringrazio di ciò che mi viene dato:

Espando – 17° arché – F – P

Hé – 5°arché – È – io ringrazio.

sul mio obiettivo. Sono, sono deliberatamente consapevole che:

– Questo voglio.

Ora questo.

Il laboratorio al capitolo Perfeziono mi dice di fare totale silenzio con l’esterno e di mettere su ID e pass, per la situazione che desidero. Tutto e solo dentro di me.

Ecco, questo è il tempo esterno – fuori dalla matrix – fuori dal sistema.

Nel tempo esterno solo io so e vedo. Certo, il tempo esterno accade solo – dentro di me – ma è un fuori-mente – fuori matrix – fuori qualsiasi intelligenza, energia, parassita, che può mettere occhi e orecchie sui miei progetti e creazioni e che potrebbe prendermi l’energia.

Come me la prende l’enegia? Appunto mettendomi dentro la mente tutta quella serie di pensieri altri, alternativi, vuoti, inficianti che se io li seguo e assecondo, mi portano via l’energia dal mio pensiero Uno, centrato e saldo sul mio desiderio.

Quindi questo “esterno” a matrix è un tempo che so e che gestisco solo io. Qui nessuno può entrare e modificare le cose. Quindi io alimento questo pensiero nel tempo esterno a matrix, e l’energia resta nel progetto. Nel mio sistema nuovo ri-creato (vedi ultimo capitolo di Vittoria). Quando il progetto è maturo:

Concentro – yod – 10° arché – I – Y – J

Rendo solido – dalet- 4° arché – D

Presso – samek – S – 15° arché – il pieno – pressare

ecco che precipita come materia e situazione concreta così che io la vivo.

Bene, provo. L’unica condizione è il silenzio.

Mi creo un ID per il mio desiderio, e una pass. Come spiego nel laboratorio in Perfeziono. La so solo io, la alimento della mia energia ogni volta che il pensiero va su questo progetto. Non lo dico fuori, né lo pronuncio ad alta voce, né lo scrivo. Non lo faccio diventare parola, tantomeno scrittura, niente segno né disegno.

Solo nella mia Mente. E so che sia il desiderio che l’energia non stanno nei residui della vecchia e zavorrosa mente, che si sta esaurendo, ma stanno ben piantati in Mente. Lo strumento di creazione che mi sono creata e che sta descritto in Vittoria al capitolo Muoio e rinasco.

Un tempo interno, esterno a matrix.

Non è necessario che io stia troppo tempo sul mio progetto segreto. Importante è che io ci stia tutto il tempo. Ossia che tutto il tempo sia per il progetto e che io non dia tempo ad altri pensieri, per esempio quelli che mi mettono in dubbio il progetto stesso, o me lo riducono. Quindi l’energia tempo è l’energia pensiero.

Lamed – 12° arché – L – misuro

Samek – 15° arché – S – presso.

(Ricordiamoci che stiamo prendendo un movimento della forza e il suo anti).

L’origine del tempo è il pensiero. Mentre sfilo da me un pensiero io attraverso, penetro uno spazio, con un tempo. Io sfilo un pensiero, produco pensiero, quel tempo non esiste se io non penso una cosa. Penso una cosa, quanto più la penso tanto più creo tempo. Poi c’è la questione intensità. Quindi io possiedo il tempo se possiedo i miei pensieri. Nello stesso… tempo, poiché penso una cosa, e pensandola io faccio un percorso creando il tempo, quel percorso è uno spazio. “Penso” crea tempo e spazio.

Di per sé non è nemmeno giusto dire il “pensiero” crea tempo-spazio. Dire “il pensiero” è un’astrazione. C’è sempre un soggetto che pensa. Che estroflette questa energia da sè, che diventa tempo – tanto quanto pensa e, mentre crea tempo tanto quanto pensa, questo diventa uno spazio percorso. Creato.

Quindi è corretto dire:

– Io penso.

Soggetto che pensa.

Non è corretto dire: lei/lui pensa. Tu/voi pensi/pensate.

Esiste di fatto solo la prima persona singolare. Forse a qualche livello esiste la prima persona plurale.

Le altre persone-soggetto sono astrazioni. Di fatto io – so – appena di me – non so se davvero là fuori c’è qualcuno che corrisponda ad un lei o lui.

Quanto tempo ci mette un pensiero a diventare realtà concreta? Materia? Situazione concreta che sta nel qui e ora che mi vivo? Dato che la materia è vibrazione, una vibrazione più intensa rispetto per esempio all’atomo o alla particella. Particella è già un’energia pensiero che si intensifica nella vibrazione e che ha una certa consistenza, in qualche modo è osservabile. Se non lo è la particella, lo sono le tracce che essa lascia. Quindi, la particella, è passata da una certa parte, ha percorso un tempo, quindi ha creato uno spazio.

Domanda:

Per quanto tempo, con quale intensità, debbo pensare una realtà affinché essa mi cada davanti nel qui e ora della mia realtà concreta?

Vediamo che risposta arriva. Meglio: vediamo che accade.

Intanto ho visto un’altra centratura. Se io sto facendo un desiderio… ossia sto pensando a ciò che desidero: cosa evento persona situazione, magari io la sto pensando nel suo insieme, ovvero penso la situazione ma di fatto non sto pensando al qui e ora ma sto pensando al fatto o alla situazione vedendola nel suo futuro, ciò che accadrà tra un tempo. Per esempio, una settimana, un mese, ecc.

Ma io desidero ora quest’evento. Allora debbo accorciare le distanze, i tempi. Ogni volta che mi rendo conto che sto desiderando un evento, ma di fatto lo sto pensando protratto nel tempo, debbo elaborare un pensiero il più vicino possibile al fatto che l’evento sta accadendo. Quindi modifico ciò che accade nel fatto. Ciò che ci può essere – meglio – che c’è – in questo spazio di tempo – luogo. Oggi è un tempo-luogo in cui qualcosa è accaduto che già è coerente con ciò che desidero. E vedo perciò ciò che, coerentemente con il qui e ora che sto vivendo, c’è qualcosa, una parte, una traccia, dell’evento che voglio.

Già da tempo facevamo questo marcare i pensieri e gli schemi uno a uno. Già da tempo osservavamo il pensiero1. Vederli, scinderli e ri-formularli. Quindi, dove sta la differenza?

Oggi i pensieri boicottanti, gli schemi che derivano dalle paure, dai dubbi, non ci sono. C’è solo il pensiero del mio progetto.

Ecco il lavoro fatto dagli archetipi primari. Hanno tolto i file inutili, quelli impostati sulle paure. Oggi Mente è ripulita per cui, mettendo un pensiero in Mente, il mio pensiero informa il campo morfogenetico pulito, e nel campo si crea la realtà.

Avviso: a volte gli archetipi sommuovono spazi-tempi della psiche così profondi, consistenti e intricati che proiettiamo all’esterno una pseudo-catastrofe dopo l’altra. Cercate di lasciar scorrere, state al centro della tempesta. Siete voi che avete cambiato aspettative e progetti, ossia vi state coerentemente allineando a voi stessi. State modificando grandi impianti.

1 Vedi di Francesca Salvador, Nel paese dei balocchi, Youcanprint 2012.

oppure di Francesca Salvador, Tre libri, e book, Youcanprint, 2014.