Nel paese dei balocchi

Nel paese dei balocchi

Nel paese dei balocchi

Questo libro attraverso la metafora di stelle, galassie, sistema solare, vuol farci entrare nell’esperienza di essere  osservatori del nostro “essere i creatori” dei nostri pensieri e quindi della nostra realtà esteriore. Il libro vuol comunicarci questo messaggio con leggerezza, semplicità, gioco, perché le cose semplici sono le più vere.

 –      Dentro e fuori corrispondono  – afferma la Tavola di smeraldo.

Oggi la ricerca scientifica ci dice che siamo immersi in un palcoscenico, in uno scenario del quale la magnetosfera terrestre è l’orizzonte. Siamo immersi in un campo magnetico bipolare per cui, ci sembra di essere davanti a cose reali, ad una realtà che sta separata da noi fuori di noi, ma di fatto, molto probabilmente, siamo spettatori di immagini, illusioni ottiche che ci arrivano dalla vista, ma che ci escludono dalla possibilità di cogliere ciò che non è percepibile con i cinque sensi ma con altri canali, altre antenne, altre lunghezze d’onda.

Questa spiegazione può sembrare complessa. No, voi sapete bene che cosa sto dicendo, queste parole risuonano dentro di voi, e sapete bene che, una volta lette, non si torna indietro, ormai il tarlo della lucidità lavora. Il velo è tolto. Prima o dopo vi ritroverete a vivere, sperimentare, quanto qui è detto. A sentirlo.

Quando lo sentite, nessuno può più richiamarvi a verità che tali non sono. E, smontato questo gancio potente che è la nostra illusione astronomica, tante cose cambiano velocemente.

Il libro? Nel paese dei balocchi? Con il suo raccontare semplice e scanzonato vi conduce a intuire, percepire questa situazione. Vi porta, con gioco e leggerezza, a contattare il fatto che stelle, galassie, sistema solare, luna, ciò che fa parte dell’astronomia altro non sono che immagini speculari, proiezioni, di ciò che accade dentro di noi. Stiamo parlando di dinamiche, movimenti, flussi, centri energetici, nuclei di forza che vorticano attorno a un senso, ad una funzione.

Abbiamo fuori lo specchio di ciò che siamo dentro. Visto questo, possiamo anche dirci che: ciò che sappiamo, che ci hanno insegnato, che crediamo sia l’universo sopra di noi, altro non è che uno schema, una visione del mondo. Non l’unica, non definitiva. Possiamo comprendere la sua funzione, ma anche il suo limite. Quanto sia imprigionante e limitante, quanta energia ci rapina sostenere una tale esperienza dell’universo.

L’umanità, dentro di sé, è già oltre questa visione parziale, già “sente” oltre. Possiamo dare una scrollata e far cadere schemi obsoleti e non più necessari.