Tarocchi e archetipi – bet – La Papessa
BET – LA PAPESSA
La Papessa
Come continuo a ripetere per ogni tarocco e archetipo corrispondente, questi post hanno l’obiettivo di indicare quando e come un particolare arcano maggiore, lettera e numero corrispondente può essere utile, “funzionale”, per raggiungere dei risultati nella nostra vita.
Ossia: usiamo il tarocco, la lettera e il numero corrispondenti, per attivare in noi il DNA delle risoluzioni e per spostarci dal passato al presente verso il futuro che visualizziamo più coerente e felice per noi.
Il solo leggere queste presentazioni di tarocchi e archetipi mette in azione chiavi dentro di voi, attiva il futuro, lo rende presente. Come può accadere questo?
Per il solo fatto che qui è scritto.
Accade.
Come ripeterò per ogni arcano di cui parlerò, “prendo in mano il mio destino“, ossia, nessuno mi può dare l’orientamento o consigli su come fare e dove andare. Io -vale per ciascuno di noi – io so – io sento – io ho in me il discernimento e il navigatore. Certo questo io non è l’ego. E’ il mio Sé. Utilizzare gli arcani correlativi agli archetipi significa “fare il lavoro” – che è un gioco – e farlo da sé, responsabilmente. Quando le interpretazioni di altri su tarocchi e carte di ogni tipo non sono più sufficienti, utili, ben fatte fino a qui, ma ora sono oltre, sono all’elaborare le mie risoluzioni. Quando le risposte che vengono da fuori : consulenti terapeuti maestri scuole seminari ecc hanno finito la loro efficacia e comprendo, molto profondamente che solo io sono il “nocchiero della mia nave”
impasto il mio destino.
Ecco, questi post servono a chi è arrivato a questo punto.
Per la spiegazione di questo modo di usare gli archetipi vi do il link della pagina
Che cosa sono gli archetipi primari
Per ogni altra indicazione, utilizzo di tarocchi e archetipi o consulenza, potete contattarmi dalla pagina fb: Francesca Salvador
https://www.facebook.com/ArchetipiLaDanzaDellaVita/
o alla mia mail vittoriaarchetipi@gmail.com
Quando possiamo usare Bet? La lettera B – l’archetipo B – Bet – il numero due?
Quando bisogna allargare l’ascolto, l’accettazione, la capacità di contenere un’informazione, un messaggio, una ragione che non è la nostra. Quando abbiamo la necessità di essere comprensivi, di sfociare oltre i confini di noi stessi e fare spazio attorno, allargare gli orizzonti affinché chi vuole comunicare con noi, chi ci chiede di essere accolto, ascoltato, possa farlo.
Attenzione però l’archetipo è innanzitutto fedele a se stesso: l’archetipo prima ama se stesso, per cui ci fa amare prima noi stessi. Se la nostra disposizione ad ascoltare contenere l’altro può mettere a rischio la nostra identità, la centratura, la sanità e salute di noi stessi, l’archetipo attiverà innanzitutto queste dinamiche dell’attenzione a noi stessi. Fino a che ne diventiamo ben consapevoli.
Questo è il grande diverso, ineguagliabile vantaggio di usare gli archetipi; non mancare a noi stessi. Restare sempre integri. Non contaminati, non invasi o abusati, non depauperati. L’altro, posso accoglierlo, fargli spazio, dare ascolto solo se questo non mette a rischio me stesso.
Pare un modo di dire e di fare diverso da come ci hanno insegnato. “Ama il prossimo tuo come te stesso“. Appunto.
“Come te stesso” non è ” più di te stesso“.
Te stesso – me stesso – è mancato al mondo per un bel po’ e, non abbiamo aiutato l’altro, spesso abbiamo perso noi stessi.
Prima voi, sempre. “Posso amare l’altro solo quando ho imparato ad amare me stesso”.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma qui siamo in post operativi, di funzione, da usare. Tutto molto concreto, per cui, dalla parte dello spiegare è già stato detto anche troppo.
Torniamo a Bet – contengo – e al tarocco La Papessa.
Quando usarli: ancora Bet e La papessa aiutano e rafforzano il mio desiderio di conoscere, di apprendere e integrare conoscenze competenze ed abilità.
Mettere dentro, a livello fisico e mentale; incasellare informazioni utili, averle dentro in un sistema organizzato di dati. Necessario, non in eccesso, sobrio e naturale. Informazioni sane, funzionali, non obsolete,ingombranti o confuse. Fare spazio nelle emozioni, darsi la possibilità di espanderle, sperimentare emozioni più intense e profonde. Più numerose. Più gioia e serenità, più forza, più coraggio, rischio e avventura. Più più… Aggiungere,integrare, sommare, accentrare, attrarre.
Non abbiate paura, con gli archetipi non si rischiano eccessi o decentramenti. L’archetipo ci permette di attrarre le situazioni e le cose con equilibrio. Se vi serve aumentare la capacità di dialogo, di confronto,anche di spiegare, confessare, ammettere il nostro errore; ancora la forza di chiedere perdono, di fare le nostre scuse se abbiamo mancato verso qualcuno, se abbiamo ferito. La capacità di portare in noi senso di distacco allentamento autonomia così da affrontare situazioni e persone con tranquillità, in una comunicazione costruttiva e serena.
Quindi, quando voi sentite di voler essere comprensivi,accoglienti, contenenti, se innanzitutto usate l’archetipo Bet e il tarocco La Papessa, li attivate in voi e state sicuri che la vostra integrità è salvaguardata. Che la costruzione di voi stessi ne trae vantaggio.
La Papessa: crescere, maturare, raggiungere la saggezza; la conoscenza esperienziale di noi stessi e del mondo.
La Papessa è una funzione in noi, una modalità di essere, una parte di noi attiva, dinamica.
a ) Possiamo pescare tra gli arcani maggiori, fare una stesa, e esce La papessa. Ossia essere scelti da La Papessa.
b ) Possiamo noi scegliere l’arcano La Papessa.
Se esce questo arcano maggiore che cosa ci sta dicendo? Che siamo a buon punto. La Papessa ha covato. In alcune immagini ha l’uovo dietro la schiena. Cova. Si è ritratta, ritirata, ha fatto l’eremita per un bel po’. Ha chiuso non solo la bocca ma soprattutto il cervello. E ascoltato se stessa, quella parte di sé che non conosceva. Non l’ha solo ascoltata, l’ha sperimentata. Grazie a Bet ha elaborato, vivendo la concretezza della vita,informazioni, conoscenze, senso, esperienze. Quelle che si sono manifestate in un’esperienza di vita distante dal mondo, pur interagendo col mondo. La Papessa sta nelle situazioni della vita e al tempo stesso, ogni istante, ella si solleva, si distanzia; ogni attimo qualcosa in lei resetta tutto, toglie il senso alle esperienze, alle persone, a pensieri. Ogni attimo vissuto intensamente e… perso.
Tutto cade, ogni attimo. La Papessa – La torre. Il massimo della stabilità, della assenza di movimento, il massimo della destrutturazione, il crollo di ogni energia che si è diventati.
Ogni evento diventa relativo. Quante cose e situazioni ha creato, costruito, nutrito sostenuto La Papessa. Tutto scorre via. Pare che nulla resta tra le mani. Un due, una Bet che si svuota in continuazione, un contenitore che ha una buco più grande vasto spietato della stessa capacità di contenere, di accogliere.
Bet ha questa forma
Tanto si può essere riempita quanto svuotata.
La Papessa ha una chiave di giudizio dentro che è spietata e tutto ciò che non ha vita, lei lo toglie. Punto. Senza spiegazioni.
Lei alza il livello, sempre, sul senso delle cose e situazioni, delle relazioni, sempre più verso una maggiore pregnanza della vita, delle emozioni e sentimenti, dell’esperienza, e ne fa saggezza.
Qualcosa resta in vita. Lei stessa, e ci si chiede come si fa a restare in piedi, presenti.
Quando non ce la fate più, eppure tutto continua, nonostante voi, siete in Papessa.
Poi vi accorgete che iniziate a dire parole intense. Poche ma importanti. Vi accorgete che vi vengono fatte domande, richieste. Che vi cercano per comprendere, per essere ascoltati. E vi accorgete che ascoltate, stimolate ma non consigliate. Dite in continuazione:
– Non so. Non so che dire.
Ci siete, siete presenti ma sapete che non c’è parola, consiglio, indicazione che valga la pena dare.
Non serve.
Sentire che ogni persona ha dentro la risposta e l’orientamento.
Non serve dire, spiegare, indicare.
Il silenzio vi ha forgiato e ora, esce silenzio, non parole. Escono i fatti, o non esce nulla.
Ecco, ogni volta qualcosa vi solleva al di sopra delle situazioni e l’altro lo sente.
Ecco, non avete nulla da dire, da indicare, ma il vostro silenzio, la vostra presenza fanno qualcosa. Il vostro silenzio sta come sospeso sopra i dialoghi non detti e sta comunicando. Altro. Oltre.
Sapete che solo questa è la strada.
- Se Bet – B – 2 – è contenitore, solo l’altro ha il contenuto, non io.
Questo sa La Papessa.
La carta zen de La Papessa, si presenta come La voce interiore.
Questa donna, molto delfino, molto luna, luna piena spicchio di luna, acque, il suo volto presente, il suo terzo occhio impronta di lei stessa, la potenza sulle acque inferiori, la luna sotto il mare; sulle acque superiori, i cieli, la potenza del mondo del pensiero in onde organiche, ordinate. Il terzo occhio con gli occhi della vista esterna chiusi, la bocca più pronunciata, comunica dall’interno, comunica con la parola, non si lascia deconcentrare dall’esterno. La voce interiore ha la forza dell’universo, mari e cieli, attinge ad energie dal mondo delle emozioni le fa circolare nel mondo dei pensieri. La forza vitale fluttua, volteggia, salta con la potenza e l’intelligenza di pensiero e materia, come nei delfini. Sotto il volto dell’identità interiore sta un sottile arcobaleno, l’equilibrio naturale è raggiunto, lo possiamo ad ogni occasione rischiare, ma sappiamo ritrovarlo.
Tutto sta in un grande uovo, più universi uno dentro l’altro, per cui livelli e profondità di forze cui nell’interiorità possiamo attingere, pescare, siamo nelle acque
La terra è presente, nel grande cristallo o diamante posto davanti al mento. Ciò che grazie al lavoro interiore, la Papessa è diventata.
Questi tarocchi, per come si presentano qui, non sono immediatamente facili da accogliere, (beh, chiamate Bet ad aiutarvi) ma sono loro che entrano in scena e si lasciano, non dire ma sperimentare. Se siamo abituati a aspettarvi orientamenti o consigli dagli arcani e dagli archetipi,qui non li trovate, qui l’arcano non viene riempito di parole. Qui casomai si ripulisce l’arcano dalle parole, dalle interpretazioni.
Non resta granché, aspetta, non resta granché di ciò che già è stato detto. Di ciò che già si sa, che viene continuamente detto e ripetuto.
Accettiamo la Bet , accettiamo l’arcano e teniamo fuori il dire compulsivo della mente.
Poi, l’arcano, La Papessa, non parlerà non darà spiegazioni, ma farà.
Noi siamo lei, oggi agiamo dalla nostra forza interiore, unica originale creativa, possente. Io, nel mi essere La Papessa.
Se siamo noi a scegliere di prendere La Papessa e portarla in scena? Ossia andiamo a prendere la carta di questo arcano e lo mettiamo in luce, lo poggiamo sul tavolo, lo teniamo in vista per qualche giorno?
Per farne? Se ho bisogno di comprendere, se mi serve un po’ più di saggezza, di profondità in una situazione.
Magari devo affrontare un uomo, una donna, una situazione. Trovarmi l’altro davanti ma voglio che sia un incontro ben fatto. Sereno e vantaggioso. Arricchente. Incontro in cui sia lui che io possiamo essere capaci di comunicare serenamente, costruttivamente. Comprensione, capacità di ascoltare e spiegare. Tutte le strategie, le ricchezze che grazie a Bet ho accolto in me. Sentire la bellezza dell’incontro. La sorpresa e la gioia. Ecco, attivo in me La Papessa, la Bet, la mia capacità di contenere.
- Dato che ti desidero ti trovo sulla mia strada, voglio solo che tu ti senta accolto, che tu avverta quanto sei importante, ecco, inizio dall’essere La Papessa.
Aggiungo questi video in cui si parla della corrispondenza tra archetipo e aminoacidi.
Archetipi e DNA Bet e Valina