Francesca Salvador – Usare gli Archetipi – Le TAVOLE

Francesca Salvador – Usare gli Archetipi

Gli Archetipi – le TAVOLE

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 Francesca Salvador – Usare gli Archetipi

La concretezza è un linguaggio, più ancora è un modo di essere. Il fatto è che, anche stando nelle cose pratiche e terrestri, possiamo andare in esperienze e usare linguaggi che si diversificano da quelli che conosciamo e che applichiamo al nostro “fare”.

Mi muovo esprimendomi con determinati linguaggi, quelli che già ho sperimentato e che conosco. Anche quando incontro una situazione nuova, senza volerlo, tendo ad applicare un certo modo di fare e di interpretare. Innanzitutto tendo ad essere io a impostare la situazione. “Mi deve corrispondere”, e il più delle volte riteniamo che la corrispondenza con noi stessi, sia il mettere in atto una serie di comportamenti e di criteri che già abbiamo. Ossia rimettiamo in scena sempre lo stesso copione. Tempi, spazi, modalità delle interazioni, debbono corrispondere a schemi che già abbiamo dentro, riteniamo che così debba essere.

Così sia giusto e ci piaccia.

Per cui: se non funziona secondo i nostri schemi, confliggiamo o lasciamo ma, se funziona ci annoiamo. E la ricerca e l’attesa continuano. Vale per qualsiasi situazione della vita:

il compagno, la compagna, il lavoro, la casa.

Finchè, un giorno, ci fermiamo. La ricerca all’esterno finisce.

Ci rivolgiamo dentro di noi e ora sappiamo che: solo dentro di me stanno le situazioni giuste, mie, corrispondenti. Solo da dentro posso manifestarle e renderle fruibili fuori.

“Solo in me stesso stanno cieli e terra nuova”.

Come stanno in noi? Criptati, in nuce.

Siglati in un sigma, un segno.

Che, dato che sta nel mio corpo, solo segno astratto non è, ma è ben concreto. Sono i semi di possibilità di vita che ho messo nel mio bagaglio quando ho deciso di venire qui, sulla Terra. Li ho criptati, innestati nell’ologramma.

Come fare a riconosce gli Archetipi? e ad Attivarli?

Così che mi attirino le situazioni corrispondenti al mio programma, quindi a me?

Ecco il campo morfogenetico degli archetipi. Il campo in cui stanno quei semi, criptati in simboli, innestati in me. Si tratta di richiamarli. Lavorare tra dentro e fuori. Tra situazione esterna, in cui trovo gli input, i richiami, gli indizi e l’interno, dove stanno iscritte in vibrazioni che sono segno e simbolo, ciò che desidero e che so buono, funzionale per me.

Se stiamo uscendo dall’irretimento dei secoli e delle tradizioni bloccate si è sempre in cammino, in ricerca. E, proprio questo non sostare, provare, selezionare, precisare, un giorno ci mette davanti a qualcosa o qualcuno. Funziona quella che io chiamo la serendipity (c’è il mio libro Serendipity), ossia la capacità di ricerca che è sagacia, magia, in cui proprio la spinta a trovare ciò che è nostro ci fa camminare, studiare, insistere, imparare, così diventiamo talmente esperti di una situazione che ecco! Appena la situazione giusta si presenta sappiamo riconoscerla. Abbiamo dentro i ganci corrispondenti.

Abbiamo attivato delle chiavi.

Quelle della nostra psiche, e sono esse che ci portano davanti alle situazioni giuste.

Che cosa abbiamo risvegliato? Semplicemente dei segni, ma che sono portatori di significato, di più ancora sono trasmettitori di un’energia, di una vibrazione, che quando noi la attiviamo si da da fare per organizzarci ciò che abbiamo chiesto – a noi stessi.

Io parlo per alfabeti, anzi me ne basta uno, giusto per indicare il segno ma soprattutto per rinviare all’energia che il segno conduce.

Per cui ho 22 segni e suonivibrazioni corrispondenti per attivare in me e creare all’esterno, tutto il mondo.

Sì, me ne bastano 22 di segni suoni archetipi.

22 sono i movimenti della forza nell’universo.

Questi i fondamentali, per questo i segni che li rappresentano si chiamano archetipi primari.

Qui ciascuno può attirare, e attivare, il suo mondo.

Ogni segno ha mille e uno significati. Le sovrapposizioni dei secoli e delle civiltà hanno arricchito i segni di significati e funzioni. Ma, possiamo risalire anche qui a 22 significati essenziali, e usare questi.

Ecco perchè io definisco la strada degli archetipi… l’ultima spiaggia. Perchè qui approda chi ha già tentato tutte le altre, s’è già preso le piccole o grandi soddisfazioni, ma ancora non ha davanti tutto ciò che ritiene giusto avere per essere gioioso, sereno, per godere della bellezza della vita su questa Terra.

Qui si pongono gli archetipi primari e il loro utilizzo.

Sto parlando molto praticamente: Utilizzo. Funzionalità.

Qui non si danno atteggiamenti di fiducia, di fede, di sacralità e religiosità. Qui si dà solo la concretezza dello sperimentare una via, una tecnica che solo tecnica non è, ma si fa cammino, sperimentazione, mettersi in gioco, assunzione di responsabilità verso se stessi.

Qui non c’è da credere… c’è da sperimentare. Provare.

Come ho fatto io, parola di Francesca Salvador.

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Francesca Salvador – Archetipi

Come si sperimentano gli archetipi?

In modo semplice. Perché più semplice è, meno mente c’è. E qui si tratta, se vogliamo partecipare al fluire della vita e far sì che i segni vibrino in noi, di lasciar fuori la mente. Il suo insistente cicaleccio. Il suo continuo boicottare la concretezza per la virtualità, per l’astratto.

Ciò che essa è. Non giudichiamo la mente, nè la escludiamo dal gioco dell’essere i creatori della nostra realtà. Ma le diamo il suo compito e non oltre.

Il resto delle spiegazioni te le do quando mi contattatti personalmente. Anche perché sono già state fatte da tanti. Sappiamo cosa va fatto ora. Rendere conosciuto lo sconosciuto. Ossia fare cose concrete: persone cose eventi. Portare nel qui e ora ciò che abbiamo sempre cercato e desiderato. Togliendoci da tutti i se e tutti i ma.

Le Tavole degli archetipi sono a tua disposizione. Basta che le scarichi. Inizia così. Io ho iniziato così. Con colori, penne, pennelli, creta. Legno. Ho allegato anche la Tavola vuota che puoi usare, ma so che ciascuno attiva la propria creatività.

Si riproducono i segni.

Nel libro spiego perchè vanno riprodotti. Lo spiegherò anche qui, te lo dirò a voce.

Intanto inizia:

Scarica le Tavole in fondo alla pagina.

Riproduci i segni.

Ripetili.

Parla con questi segni.

Stanno in noi, nel nostro DNA.

Comunicando con questi segni interagisci con il tuo inconscio, con la memoria. Segni e simboli che, coloro che ci hanno preceduto, hanno conosciuto, usato, parlato, ripetuto…

Se i miei avi hanno comunicato con questi segni e simboli… quando io li pronuncio, li ripeto, mi innesto in quel canale, in quella vibrazione. E la dimensione che i miei avi vivevano si riattiva in me.

A che scopo?

E’ un tornare indietro che fa risalire emozioni, ricordi, che porterà a galla situazioni, memorie. Che finalmente mi mette in contatto che ciò che sta nel mio inconscio.

Mi hanno detto che c’è un velo tra me e l’inconscio. Non c’è velo.

Mi hanno detto che l’inconscio contiene paure, eventi tragici, torpore e tormento.

E io c’ho creduto, e così è stato, saliva torpore, tormento ansia e drammaticità.

Ma da quando, andando per un sentire mio, e non più quello degli esperti o della doxa, mi son messa a scandagliare l’inconscio e la memoria ancestrale con un atteggiamento più rispettoso, più positivo e di fiducia, ecco che l’inconscio s’è rivelato ben altro dalla bestia nera che m’avevano fatto credere.

S’è rivelato un prato vasto e soleggiato Una ricchezza di emozioni e sentimenti belli, vitali e gioiosi, e via così.. in tutto ciò che sto divendo di me.

S’è rivelato contenere ed essere quell’età dell’oro che tanto aspettiamo.

Sta qui, dentro di noi. Si tratta di provare.

E chi è incanalato in questa energia del risveglio, lo sente, e lo fa.

Dopo che avrai fatto la conoscenza con tutti e 22 gli arché, procederemo nella scelta di quelli che sono più inerenti a te e alle tue – personali – esigenze.

Francesca Salvador

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Tavola vuota

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