Nuova matrice – 3
Nuova matrice
dice nuovo essere e nuovo pensare. Oggi mi sento nuova, significa che avevo pensato nuovo già ieri e anche più indietro. Avanti indietro prima dopo. Non esistono realmente questi stati del tempo. C’è un unico tempo ossia lo scorrere degli eventi e gli eventi sono scenari e comparse che escono da me.
Solo che io mi sono scoperta molto esigente. Ovvero ho scoperto un livello di me che ha sbaragliato tutti gli altri.
Il web mi serve solo quando un pensiero voglio farlo riflettere sullo schermo, che sia intercettabile. Il resto del mio pensiero serve a me nel senso che tutta la sua sostanza va ad alimentare il mio adesso.
Stamattina so, me lo dice l’adesso, che non esiste la situazione Anima gemella, né esiste la situazione Fiamma. Sono passaggi che la mente ha bisogno di definire mentre noi attraversiamo la memoria (anche questa illusoria) di fatti eventi situazioni in cui crediamo di essere stati e di concezioni di noi stessi. Tutto un marasma di zavorra attaccato a impostazioni che stavano appiccicate in questo strumentino che è “mente”, che pensavamo depositate e ammassate in quel campo di risorse in cui si impianta la mia identità che è “inconscio” e via di questo passo. Insomma tutto ciò in cui crediamo di esistere ma che di fatto altro non è che una bolla. Appena ce ne rendiamo conto della sua inconsistenza, si sgonfia.
Certo, è stato il modo per conoscere noi stessi. Ogni nome che ci siamo dati ci ha introdotto in una parte di noi, una nostra modalità di venire al mondo, stare al mondo e con esso interagire. Ossia come comunichiamo e che cosa di noi condividiamo con ciò che noi stessi abbiamo creato: teatro, scenari, copioni, comparse. Se stessi, innanzitutto, me stessa innanzitutto con me stessa.
- Tu, sei un altro me stesso.
In Lak’ech.
Io sono un altro te stesso.
- Io, sono un altra me stessa.
Scenari. Tutti eh, fino alle cosmogonie, agli olimpi, alle scienze ecc ecc, sta scritto in tutto il sito.
Quante occasioni ho avuto per sapere come mi muovo, cosa reagisce o nasce in me. Me le sono create io, nel pianto o nella gioia. Assunzione di responsabilità.
Oggi, non mi servono più. Non queste che già ho attraversato. Oppure, ci posso anche tornare, ma nella gioia, il percorso può essere di conoscenza senza essere di sofferenza. Ma chi l ha detto, vecchio schema, obsoleto, quello del sacrificio.
Non salvo o aiuto o guarisco me stessa nel sacrificio, non farei altro che riproporre sacrificio. Mi aiuto – casomai – con la gioia.
Così se ne vanno anime gemelle fiamme mondi paralleli sospiri fantasie attese vissuti parziali pseudosogni vagabondaggi new age missioni. Tutto ciò che non accade non è perché noi non ce l abbiamo messa tutta o perché “agli altri sì a me no”, è perché, probabilmente, noi siamo altro.
Così stamattina altro s’è intrufolato e ha sbaragliato tutto ciò che di me sapevo pensavo credevo di vivere o di desiderare.
Altro.
Oltre.
Io stavo già in quell’oltre che è adesso.
“E le stelle cadranno dal cielo”.
Nuova matrice.
Sì per stare in altro, in cui già ero, per vederlo ora bene e interagire con esso, ho tolto la cosmogonia e l’astronomia e l’astrofisica che teneva in piedi matrix. Togliendo la cosmogonia sono affiorati emozioni e ricordi. Stavano impicciati da qualche parte e continuavano a sobbollire, a minare la mia serenità. “Stavano” perché una delle scorse sere l ho avvertita la memoria, ovvero l’emozione. Mi sono soffermata a farla salire e l ho ascoltata. Tutta. Anzi, le ho regalato la notte. Quella era stato il vissuto di un giorno e mezzo. Poi avevo cominciato a recuperare terreno, a non essere in balia dell evento.
Un giorno e mezzo fuori dal tempo. Andava ripercorso e guarito.
Ora è guarito.
Tanto che non ho più neanche il motivo di parlarne.
Non so come farò a riempire il post in modo che google mi dia l’indicizzazione seo, dato che ho fatto qui poche parole.
Potrei dire cosa sono le stelle, a quale metafora corrispondono. Ma no. Ciascuno ha le sue.
Nuova matrice