Nuova matrice – 2
Nuova matrice
Mi ero data da fare a regalare i miei libri. A me pareva che ciò che mi stava spingendo a fare questo fosse la voglia di dare un movimento diverso alle energie, soprattutto a quell’energia che chiamiamo denaro. Invece, innanzitutto…
E’ per me questo movimento, qualcosa di molto profondo sta emergendo e io posso lasciarlo essere solo se, verso di esso, sono estremamente gratuita.
Essere gratuita in un qualcosa di me verso me stessa.
Che significa:
- Fai fai, mi fido.
Ora so che questo è insostituibile. Immodificabile. Irreversibile. Non si torna indietro posso solo andare avanti.
Solo gratuitamente posso esistere. Solo quando sono gratuita esisto.
Sospensione. Fiato sospeso. Astensione apofatica. Ma così è ogni attimo. Ogni attimo sono consapevole che mi sto sospendendo. E’ uno stand by del tempo esterno per completare una trama nel tempo interno. Ho impostato l’ordito, ora tesso la trama.
L’energia sta invertendo il flusso. Ogni attimo l’ingranaggio inverte l’orientamento del movimento, fatto uno scalino, un tassello, un passaggio, l’energia inverte il flusso, torna sul passo fatto. Questo pieno di se stesso, di energia, con se stesso investe nuovamente il tassello appena attraversato, e fa il percorso indietro, ma andando avanti. Nel frattempo, sempre ad ogni tassello, l’energia continua ad avanzare, per cui s’è creato un doppio movimento uno che continua a scorrere in avanti e uno che ri-avvolge l’energia del passaggio appena fatto e scorre in avanti, all’indietro.
Per questo è una forza che me stessa dona a me stessa.
La vedo, ma la vedo proprio chiaramente.
Intanto, mentre vedo questo mi raggiungono flash di memorie strane, lontane, di momenti vissuti nella mia infanzia. Ma come mai questi ricordi? Non è il caso di farsi domande del genere, di fare domande, tanto meno di cercare risposte.
Sospendere non solo il dire, soprattutto il pensare.
Bisogna far accadere un fatto e si sa che questo fatto accade solo nel momento in cui io non ci sono. Per cui sto continuamente dicendo alla mia mente:
- Lascia. Lasciami. Abbandonami. Non ho paura di perderti. Anzi, forse solo così ti trovo davvero.
- Mi fido. Mi fido sia della mente che del non mente. Mi fido della vita.
So, lo sa il mio corpo e la mia anima che resto una, integra, leggera. So che aspetto solo quello scarto della mia mente, questa via di fuga. L’attimo di non presenza.
Oh, so che i lettori potrebbero dire che c’è troppo controllo in tutto questo. Senza volerlo, sono io stessa che fermo o muovo il fluire. Sta accadendo quello che ho visto sopra: flusso e ri-flusso. L’avevo scritto anni fa in una poesia sulla ginestra.
Amarsi al sole
Gialla la ginestra vibra al sole
il raggio caldo
scorre il bordo delle sue foglie una ad una.
Quel tocco le porta la sua forma
in quella carezza lenta lei si conosce nei suoi fiori.
Brilla quel giallo
s’illumina, al sentire dei rami
giù, al tronco e fino alle radici.
Nutrirsi di sole.
Qualcosa nel corpo sta avvenendo. Ascolto un suono che invade il corpo.
Basta. più di questo non posso dire. Non è il caso.
Non siamo abituati a sospenderci. Ma è l’unica cosa da fare.