Archetipi – Archè

Archetipi – Archè

Archetipi – Archè

Archetipi – Archè

A Epidauro, nella quiete, nella grande pace che scese su di me, udii batter il cuore del mondo.

Henry Miller, Il colosso di Marussi.

Archè, inteso come uno spazio, una struttura o forse il sistema in cui si muovono gli archetipi, l’ho percepito da pochi giorni. Ero a Piazza Vittoria, seduta, con la mia amica, c’era il sole. I palazzi attorno alla piazza li ho sentiti come un impianto. Sottile, invisibile, mobile. Nello stesso tempo questo impianto era esteso quanto l’universo e ancora poteva modificarsi, espandersi frattalmente. Ma l’ho avvertito anche irrigidito, fermo. Ero io che vedevo la piazza così, ferma e strutturata nei suoi palazzi e così mi arrivava l’Archè. Il rischio era proprio quello di fissare la struttura di Archè nella forma della piazza. Dire che Archè è fatto come la piazza. Ma, io avrei detto e fatto questo, mentre anche avvertivo che, di per sé, Archè poteva avere qualsiasi forma, formulazione, movimento. Archè ha la forma della mia psiche. E psiche, forma non ha.

Archetipi – Archè

Allora sono ancora io che libero Arché da una pseudo definizione, pseudo-protezione.

A questo punto credo che vi racconto un po’ di me. L’ho pensato mente andavo al bagno…uhuh…

  • Che tipa questa ci informa anche che va al bagno…

Stamattina i fumetti di Mordillo imperversavano dentro la mia testa. Poi ho capito. Io avevo la passione per le vignette. Andavo in libreria e compravo:

Mordillo –  Mafalda –  Beetle Bailey – Blondie e Dagoberto – Sturmtruppen – Andy capp – regalavo super raccolte di vignette ai miei figli. Per fortuna che ho fatto questo, ho attivato il filone ironia dentro di me.

Bene, oggi Mordillo.

Vittoria

Che mi occupo di alfabeti ed archetipi sono circa 15 anni. Vi risparmio il percorso. Un giorno vado da Pincherle, gli faccio vedere un lavoro che i bambini avevano fatto a scuola dopo che per un anno avevano frequentato archetipi, e lui mi dice:

  • Questa è la strada.

S’è messo a recitarmi il Gilgamesh in greco.. e via.

Ho fatto un sacco di prove, tentativi, esperimenti. Di tutto. La vita è continuata e io mi son ritrovata ad essere sempre più forte dentro.

Un amico si mette a scrivere pezzi a gara con me, lui sul suo blog io sul mio, e raccontava della Forza. Insomma, associa me alla Forza. L’ho capito dalle poesie che scriveva. E comincio ad interrogarmi sul perché lui in me vedesse la Forza. Me lo dice lui:

  • Con tutto il tuo fare con segni e glifi!

Diceva che mangiavo glifi come mangiavo fichi secchi e noccioline.

Continuo. Mi vedo cosa divento. Sempre più lucida e determinata. Anche più ampia e comprensiva. La fetentaggine resta, tutta, anzi.

Vengono a galla tutti i nodi, i copioni, le storie che mi racconto.

Scrivo 13 libri.

Apro una serie di blog in cui scrivo, metto immagini, i disegni dei ragazzi, le Tavole degli archè, ecce cc . una volta uno mi scrive e dice:

  • Pofferbacco hai monopolizzato il web!

E ancora era niente!

Cresco i figli. Cambio dal sud torno al nord. Continuo con alfabeti, storie, blog, libri, il sito. Oggi siamo una squadra.

Io sono ancora sono fragile, cattivella, non te la risparmio… anzi te la faccio pagare… Poi scordo tutto perché gli archè mi cambiano di livello,

dico: – mi hai stufato

giro sui tacchi e cresco. So che anche tu cresci.

Si va sempre più verso il meglio.

Ecco, ho raccontato molto brevemente e un po’ ironicamente, ciò che sono oggi.

Bene, lo devo a queste 22 chiavi. Agli archetipi. Credo che davvero stiamo monopolizzando il web. È un fatto di archè. Sono loro che hanno deciso di uscire alla grande al mondo. È un fatto della Psiche. Abbiamo una Psiche immensa, vasta come l’universo, questo, e tutti gli altri che ci inventiamo. Bene, sono queste 22 chiavi. Sono come gli elementi, ancora di più perché sono 22 e stanno dappertutto, fanno tutto, ci stanno ri-equilibrando tutto. E ci ritroviamo qui, a galleggiare nelle dimensioni quarta quinta sesta.. come le chiamano? Senza quasi essercene accorti!

Traghettati nel benessere,

nella gioia per noi stessi e per il tutto, inesorabilmente, inarrestabilmente.

Ecco perché sono ancora qui a presentarli al mondo. Sono questi ventidue magici segni simboli chiavi nomi numeri enti dei che fanno tutto.

Sembra una religione, una filosofia, una teoria… no no. Questi 22 segni sono ciò che ci libera da ogni legaccio. Finalmente basta Maestri, fine insegnamenti, fine seguire altri.

Noi, ciascuno di noi al centro di se stesso.

Con la sua semplicità sobrietà coerenza e forza. È un fatto di archè. Di principi primi e basta.

Ma c’era un punto ancora non scandagliato. Non risolto. Avvertivo che con tutti gli sforzi non riuscivo a penetrare e implementare di archè le strutture alla radice di questo maxi-super-sistema che sono. Che siamo. Il livello alto dei pensieri era inattaccabile. Per cui, io sì, miglioravo e avanzavo in tante parti di me ma le mie eredità più antiche, i copioni più trasversali restavano. Miglioravo su tante cose, ero sempre più forte, ma in alcune parti di me ero perdente. Ma insistevo. Infilavo archetipi in continuazione dentro psiche, mente, corpo, ecc inventavo laboratori, giochi tecniche e archè archè.

Sapevo anche dove stava il blocco, l’impasse ma non sapevo come fare, come essere incisiva. Proseguivo con gli archè, tutte le altre risoluzioni erano ancor meno efficaci.

Finché, una mattina.

Sono con la mia amica a Piazza Vittoria a Brescia. Lei dice:

  • Pranziamo qua.

Ci mettiamo al bar Republic, sotto il sole a pranzare. La piazza sopra di me. I suoi palazzi severi. Ci sono piazze molto più belle, ma io ora sto qua.

Qua è il gioco.

Sento i palazzi, la pavimentazione, avverto il Palazzo delle Poste là in fondo. Ma vedi, questa è una delle piazze centrali della città e non c’è segno di chiese, alla chiesa hanno riservato una piazza a parte. Quella del Duomo. Qui in mezzo hanno messo Le Poste… comunicazioni comunicazioni.

Avverto soprattutto gli angoli dei palazzi, gli spigoli, le linee di contorno dei palazzi. Vedo le case come dei parallelepipedi e ne percepisco i contorni, le linee delle finestre, dei portoni. Vedo le arcate e ne vedo la forma. Sono soprattutto le forme, le geometrie di impianto della piazza che mi vengono davanti. Emergono da muri, finestre, cornicioni…

Mi sento la piazza dentro la testa.

La piazza è la mia psiche.

La sagoma della piazza con le sue geometrie è la struttura della mia psiche. Dentro sono come un palcoscenico. Lo stesso che vedo qui fuori. Anzi, è più vero lo spazio strutturato che ho dentro che questo di fuori.

Spiego alla mia amica cosa sto percependo e mi metto a scrivere.

Piazza Vittoria.

Ogni giorno di più mi rendo conto che ciò che vedo fuori è come sono dentro. Che il mondo che ho fuori altro non è che la proiezione di come sono dentro.

Uff… non è il massimo questa piazza, ma so che ne conosco di più belle, quindi io sono anche quelle.

Però questa è magica. Mooolto magica.

Dico alla mia amica:

  • Infiliamo archetipi dentro questi palazzi. Facciamo che gli archè lavorano dentro psiche così come lavorano dentro le stanze, i corridoi, gli ascensori, le scale, le colonne di queste case. Mettiamo archetipi sotto i portici, dentro le luci, dentro alla Torre dell’orologio… alle Poste, nei bar… nei palazzi delle strade circostanti.
  • In tutta Archè – dico.

Mi rendo conto che ho chiamato la piazza Archè.

Che infilo archetipi dentro di me. Che certe parti di me finalmente si lasciano ripulire e implementare.

Ho collegato la piazza alla mia psiche. Ne ho visto le strutture di forma, la morfologia. A questo livello è la prima volta che accedo con questa lucidità.

E sento che gli archè a questo punto fanno un grande lavoro. Anzi, se ora vedo, è perché hanno già fatto.

Sono giorni che lavoro in continuazione, che tiro fuori pezzi, che le persone mi contattano per lavorare con gli alfabeti. Che dormo. Che mi sento la Forza dentro. Cammino per le strade a spalle dritte, vado come un treno. Soprattutto c’è un livello di stabilità interiore che permane, che non si lascia attaccare dagli eventi. Questo è molto importante.

  • Da qui, non mi muovo.

Questi segni stanno monopolizzando me stessa, il mondo.

Ovvero, l’hanno sempre posseduto, il mondo, ora ce lo stan facendo sentire e sperimentare.

Dentro e fuori corrispondono.

La mia psiche illimitata.

Posso creare la mia realtà con amore. Amore e Psiche sono Uno.

Archetipi – Archè

Archetipi – Archè