Magia
Magia – Le dimensioni qui e ora
Ho preso un articolo sulle dimensioni, l’ho letto e poi l’ho modificato come risuona meglio a me.
Dalla quarta dimensione in avanti invece di parlare in prima persona plurale (noi), ho messo “io” prima persona singolare, ritengo di poter parlare solo per me.
I verbi al condizionale e al congiuntivo li ho messi all’indicativo presente.
Il qui e ora è il presente. Le altre forme e tempi sono mentali.
Le dimensioni non sono una sopra l’altra ma si intersecano, sono una dentro l’altra. Una dimensione contiene le altre come semi, come spazi-tempi che hanno vibrazione “tempo” “spazio” diverso, ma sempre nel qui e ora.
Non è un “andrò” in un’altra dimensione, ma un “sono” in terza quarta quinta sesta ecc dimensione. Come pacchetti di spazio tempo criptati che si aprono quando vi accedo. Quando ne faccio esperienza.
Inoltre, per quanto sperimento io, la dimensione “è mia” ossia ciascuno ha un suo modo di viverla, farne esperienza. Se leggete qui non è al come io vivo le dimensioni ma al fatto che – molto liberamente – me le vivo a modo mio – che potete avvertire un’assonanza, un allineamento. Siamo fuori dalle omologazioni. Tutte.
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Adesso che abbiamo visto che la stessa fisica contempla la possibilità di dimensioni extra (dette anche dimensioni superiori) e di Universi paralleli, come mi sento in tali dimensioni e tali realtà al di là dei miei sensi ordinari?
Rob Bryanton, nel libro “Imagining the tenth dimension“, utilizza un interessante espediente che possiamo trovare in forma di video nel sito www.tenthdimension.com/medialinks.php. La sua intuizione ci permette di visualizzare un qualcosa altrimenti inconcepibile ed aprire nuove prospettive sulla realtà.
Cos’è una dimensione superiore (rispetto a una dimensione inferiore)?
Una dimensione superiore è quella che permette un grado di libertà in più di movimento a una coscienza che risiede nella dimensione precedente. Pensiamo a un punto “dimensione zero”: in una linea può muoversi solo avanti e indietro, in un piano ha la libertà di muoversi orizzontalmente e in un volume può muoversi anche nel senso dell’altezza/profondità. Più avanziamo nelle dimensioni e maggiori sono i gradi di libertà di movimento acquisiti.
Per aiutarci nel visualizzare le dimensioni superiori possiamo immaginare che, a partire dalla prima dimensione (dove un punto può andare solo avanti e indietro), nel momento in cui aggiungiamo la possibilità di spostarci verso una ramificazione della linea originale siamo entrati nel piano e quindi nella seconda dimensione.
Per aumentare i nostri gradi di libertà pieghiamo il piano di seconda dimensione ecco, stiamo sfruttando la terza dimensione, in questo modo siamo in grado di far spostare un punto da una posizione ad un’altra nel nostro piano da una posizione non contigua.
- Un punto – (Nessuna Dimensione)
Iniziamo con un punto. Come il “punto” che conosciamo dalla geometria non ha nessuna grandezza, nessuna dimensione, è solo un’idea immaginaria che indica una posizione all’interno di un sistema.
- La Prima Dimensione – Una Linea
Un secondo punto, poi, può essere usato per indicare una posizione diversa, ma anch’esso è di grandezza non determinata. Per creare la prima dimensione tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una linea che congiunga i due punti. Un primo oggetto dimensionale ha solamente la lunghezza, nessuna ampiezza o profondità.
- La Seconda Dimensione – Una Diramazione
Prendiamo la nostra prima linea dimensionale e disegniamo una seconda linea che attraversa la prima, noi siamo entrati nella seconda dimensione. L’oggetto che noi ora stiamo rappresentando ha una lunghezza ed un’ampiezza, ma nessuna profondità. Per aiutarci ad immaginare le dimensioni più elevate noi rappresenteremo il nostro secondo oggetto dimensionale come creato da una seconda linea che si ramifica dalla prima.
Ora, immaginiamo una razza di creature bidimensionali chiamate “Flatlanders”. Quando siamo un Flatlander abbiamo solamente lunghezza ed ampiezza, come se fosse il Re di una carta da gioco completamente piatta.
- La Terza Dimensione – Una Piega
Immaginare la terza dimensione è la cosa più facile per noi perché è ciò in cui siamo in ogni momento della nostra vita. Un oggetto tridimensionale ha lunghezza, ampiezza, ed altezza. Ma ecco un altro modo di descrivere la terza dimensione: se noi immaginiamo una formica che cammina attraverso un giornale disteso su un tavolo, noi possiamo immaginare che la formica sia un Flatlander che cammina lungo il suo piatto mondo bidimensionale. Se adesso pieghiamo quel giornale nel mezzo, noi creiamo un modo per il nostro Flatlander-formica di scomparire “magicamente” da una posizione nel suo mondo bidimensionale ed essere immediatamente trasportato in un’altra posizione. Possiamo immaginare di averlo fatto prendendo un oggetto bidimensionale e di averlo piegato nella dimensione superiore, che è la nostra terza dimensione. Sarà più conveniente per noi per immaginare le dimensioni superiori se possiamo pensare così alla terza dimensione: nella terza dimensione ci avvolgiamo per saltare da un punto ad un altro nella dimensione inferiore (la seconda).
Posso esistere nelle altre dimensioni mentre sono in una, mi posso spostare usando i piani spazio-temporali.
- La Quarta Dimensione – Una Linea
Bene. Le prime tre dimensioni possono essere descritte con queste parole: “lunghezza, ampiezza e profondità”. Che parola assegno alla quarta dimensione? Una risposta è: “durata”. Posso pensare a me come ero un minuto fa e ora immagino come sono in questo momento, la linea che si disegna dalla “versione di un minuto fa” alla versione dell’ “adesso” è una linea nella quarta dimensione. Se vedo il mio corpo nella quarta dimensione sono come un lungo serpente ondeggiante, con il mio sé embrionale da una parte e il mio sé che prosegue dall’altra. Insomma, la quarta dimensione è di transito, serve per spostarmi in quinta.
Poiché vivo momento per momento nella terza dimensione, sono come i Flatlanders bidimensionali. Proprio come quel Flatlander che vede solo sezioni trasversali bidimensionali di oggetti dalla terza dimensione, io come creatura tridimensionale vedo solo sezioni trasversali del mio sé quadridimensionale, ma lo sento, che sto in tutte le altre dimensioni.
- La quinta Dimensione – Una Diramazione
Uno degli aspetti più intriganti di avere una dimensione dentro l’altra è che vado nelle altre dimensioni a prendere informazioni che poi porto qui, in terza. Facendo così, io in quinta sesta settima ottava dimensione prendo quei nuclei di tempo spazio impacchettati che, portati qui, poi apro a livello di consapevolezza. Quando in terza dimensione, intravedo una possibilità ma questa mi sembra impossibile da realizzarsi, e di fatto con la percezione del tempo e dello spazio di terza dimensione non sarebbe possibile aprire altre vie, ma io ho preso un’informazione nelle dimensioni più vaste, la porto qui e le permetto di abitare nel mio cervello, ossia lascio che il mio cervello “la accetti” come possibile. Il cervello inizia a costruire pensieri attorno a questa nuova informazione. Il cervello lo può fare perché è virtuale, e lui può immaginare.
È libero di immaginare.
Così, pur se sto in terza dimensione, permetto a modi di essere di quinta sesta settima ottava dimensione di aprirsi qui, nella dualità della materia.
Inizio a vedere unità dove prima pareva di vedere solo separazioni. Le unità le vedo ad un livello superiore, questa unità permette anche di modificare le separazioni. L’unità che percepisco, dato che sono andata nelle dimensioni più alte, mi permette di leggere diversamente i fatti di terza dimensione che mi si presentano nella separazione.
Sperimento sentimenti di comprensione, mi do altre possibilità, le do agli altri. Vedo gli altri da angolature che prima non riuscivo a accettare e permettermi. Sento armonia dove prima c’era conflitto. Ossia posso spostarmi e scegliere di osservare l’unità. Dato che sono consapevole di essere io a creare la realtà e i personaggi, mi rendo conto che posso ri-formulare, trasformare i modi di essere delle persone.
Non agisco fuori, ma dentro di me agisco le trasformazioni e lascio che da fuori mi arrivino le situazioni modificate.
La mia scelta è ciò che determina ciò che poi la mente si organizza a farmi vedere.
La mente ci segue, solo che prima io debbo decidere, scegliere dove voglio stare. Se scelgo la separazione o l’unità. L’armonia o il conflitto.
A questo punto è chiaro che il vedere una unità dove prima vedevo una separazione, cambia ciò che vedo. Importante è questo: che cosa scelgo di vedere, perché è questo che modifica la realtà che mi metto davanti.
Il secondo passaggio è riuscire a mantenere la mia scelta. Che la scelta che ora ho fatto davvero è la mia esperienza di adesso.
Qui si apre una riflessione, andiamo per metafore, o simboli:
la luce della stella
la luce della manifestazione di me:
come io – come gli altri – mi percepiscono? con la luce – o vibrazione – che emano adesso o con la luce – consapevolezza che ero ieri o anni fa?
Questo è uno schema in noi, funziona automaticamente, e non lo vedevamo. Ora sì.
È importante questo fatto perché, mi chiedo:
- Le creazioni le realizzo dalla consapevolezza che ho di me ora o ancora funzionano in me, a livello dell’inconscio, schemi su me che sono vecchi? Che ancora non si sono modificati?
In fondo, a livello astronomico, abbiamo questo impianto: che noi abbiamo oggi la luce della stella di migliaia di anni fa. È una bufala. È una credenza. Ma analogicamente applichiamo la stessa dinamica e tempo a noi, per cui… secondo lo schemino collegato alla stella, la manifestazione di me oggi è relativa alla mia vibrazione di tempo fa, non di oggi
Ecco perché tra ciò che progetto e la sua manifestazione c’è un tempo, e io mi scoccio. Questa è una consapevolezza da terza dimensione, in cui appunto tra me e la stella lassù (metafora di me), c’è la separazione e la distanza.
Stessa cosa per i pianeti, il sole. Tutte distanze e misurazioni che vanno ri-verificate. Sono un’illusione queste mega distanze. La velocità della luce non è un limite invalicabile. Basta uscire un attimo, non da Mente, che fa benissimo il suo mestiere, ma dalla gabbia in cui – noi abbiamo fissato mente – e in queste non verità la teniamo imprigionata.
Ma in quinta dimensione tra me è la stella non ci sono migliaia di chilometri, come non ci sono migliaia di anni.
Tolgo questa convinzione di false distanze ed ecco che tra la progettazione e la creazione – godimento nel qui e ora – del mio progetto – tutto è uno – il tempo si ritrae – e ciò che penso scrivo affermo – accade.
Se voglio che le mie creazioni corrispondano alla mia consapevolezza e all’autostima di me che ogni giorno aggiorno, debbo vedere e smontare questo impiantino delle distanze.
Quando il mio progetto accade nel qui e ora in cui io lo ho progettato e impostato in tutti i suoi aspetti, sono in quinta dimensione.
“Quinta dimensione è il posto, lo spazio e l’energia che si basa sulla consapevolezza di una Coscienza Unica. La quinta dimensione opera in un modo completamente differente dalla terza e quarta dimensione. Nella quinta dimensione il tempo collassa.
Il tempo è istantaneo, nel senso che tutto (ovvero tutte le possibilità) esistono nello stesso tempo, nello stesso spazio. Non esistono polarità, condizioni, giudizi, patterns di pensiero.
Nella terza dimensione quello che pensiamo è quello che otteniamo, ma non si tratta di una manifestazione istantanea. Nella quinta dimensione, focalizzi la tua attenzione e la risposta o esperienza ti viene data esattamente quando e dove hai focalizzato.
- Chiedi e ti verrà dato.
Tutto mi viene incontro facilmente, grazie all’attenzione e alla vibrazione che ho scelto di mantenere per tutto il tempo. Quando si vibra nella quinta dimensione, non si crea con le forme pensiero come nella terza e quarta dimensione, si crea con la luce e le frequenze luminose.
Nella quinta dimensione si è consci di essere consapevoli. Non esistono paura, bisogno di sicurezza, mancanza di fiducia. Le energie femminili e maschili sono fuse insieme in armonia. Si vibra più velocemente e si è più fluidi. Si ha la coscienza di essere tutt’uno con l’Essere. Si interagisce coscientemente con il Creatore e tutti gli Esseri di Luce. Qui la mente razionale gioca un ruolo minimo, come dovrebbe essere, cioè è necessaria solo per il benessere del fisico.