Terrestre – Natura stellare

Terrestre

Terrestre

NATURA STELLARE  – da Nel Paese dei balocchi 

Chiedo all’Universo, all’Intelligenza Cosmica che sono:

  • Che significa essere stella?

Tutti mi prendono in giro quando dico – Sono stella – allora chiedo:

  • Qual è la mia natura?

Come sono stella lassù

Come sono stella quaggiù, sulla Terra

Quali la mia natura, la mia dimensione

le mie dinamiche

la mia struttura l’intelligenza

il cuore

la mia anima

quando mi dico che sono una stella?

Cosa agisco, da stella?

La stella sulla Terra è una stella caduta? Ossia che ha deciso – scelto – di venire qui ed è arrivata come stella cadente?

Nella caduta si è dimenticata del suo essere stella lassù, dove comunque è, no, anzi lassù è solo l’indizio, il riflesso per dirmi:

  • Tu -sei -la -stella.
  • Inabissati -in -te !

Come è la sua sostanza?

Di che cosa è fatta quando cade?

Come si presenta?

Come si sistema sulla Terra?

Come prende consistenza in un corpo?

Come fare perché nella stella – ciò che sono in questa Terra – ci sia l’essere coscienti del mio corpo-anima quaggiù, del mio essere stella lassù e dell’essere materia al centro della Terra e del Sole?

Come si manifesta la sua anima e il suo cuore?

Ovvero la mia anima e il mio cuore stellare?

Com è l’amore che manifesta una stella?

Come manifestarlo sempre più?

Quale il rapporto? Ovvero: la corrispondenza?

Cosa faccio da stella?

Stanotte, vedevo la vastità vuota che sta dentro di me, è uno spazio libero. Come se io fossi una stanza, tante stanze, che sono state svuotate, liberate da tante cose che erano dentro. Ancora c’era un po’ di rimasugli, come quando liberi una stanza e restano tante piccole cose in giro che non sai che farne. Alcune cose erano da eliminare, altre da tenere e mettere in precisi posti da un’altra parte, altro era solo da spazzare e buttare con la polvere, la lana di sotto i mobili, la ragnatele degli angoli che prima non si potevano raggiungere. Carte, vecchie penne inservibili, scontrini, cd, vecchie batterie, vecchie cartoline e biglietti, nastri, elastici, qualcosa che mi serviva e non sapevo ritrovare, monetine, rose secche, foto, ecc… Ecco, era un po’ arruffato qua dentro, ‘sta spazzata ci voleva proprio, ma ora è vuoto, libero.

La voce risuonava in queste stanze, tra i miei piedi ancora si trascinava qualche cosa vecchia e questi muri erano sporchini, opachi, avevano il segno delle sagome dei mobili, il colore strideva con i miei gusti di oggi.

Tutti i vani erano liberi.

Stavo bene qui, stanotte, c’era un’aria tiepida dalle finestre, avevo levato anche le tende, entrava un po’ di brezza, fuori c’era un bel tramonto, un tramonto come ciò che questa casa stava attraversando, che io stavo attraversando.

Ma per me, unica abitante di questa casa, stamattina è spuntato il sole.

Non ho voglia di fare niente, voglio solo uscire sulla veranda e sedermi ad ascoltare la mia testa vuota. A vivermi questo sereno vuoto della mia testa, della mia casa, della mia vita. Voglio sedermi sul dondolo del terrazzo, dondolarmi dolcemente e guardare lontano, ascoltare. Voglio scrutare lontano, laggiù e qui sul mare, sul cortile, sul terrazzo, sulla sedia, sul mio ventre, sentire, vedere, toccare, assaporare la mia polvere di stelle.

La polvere di stelle che sono e amarmi.

Stanotte sentivo l’amore per me pulsare e vibrare, lo sentivo penetrare la mia carne. C’era un movimento in me, volevo portare il pensiero e la mia forza da me al fuori di me, verso un uomo, verso un amore che sento, ma poi questa forza non usciva, non se ne andava verso l’esterno, né il mio pensiero usciva per andare verso di lui.

Il pensiero si girava, tornava indietro e si infilava dentro me, si allargava in me, mi riempiva, mi inondava. Si è creato un giro, un mulinello tra me e me stessa e questa volta era la Forza che agiva per prima. Prima del pensiero si muoveva la Forza, si preparava per uscire da me, anche spinta da un mio pensiero che tornava continuamente alla mente, di lui, ma la forza si apriva, usciva e poi, al di là della volontà del mio pensiero di indirizzarla e di indirizzarsi a lui, verso quest’uomo, faceva un giro attorno a metà del mio corpo e tornava dentro me e anche il pensiero la seguiva e, pur mantenendo un vago indirizzo verso l’uomo, tornava indietro e si infilava anche lui, il pensiero, nel mio corpo.

Io mi ritrovavo con un’energia che aumentava e che andava a riempire la mia carne, le mie cellule, il mio cuore, quel grande vuoto delle mie stanze, riempiendolo con potenza, un po’ forzatamente, e con amore, con la presenza forte e piena di un qualcosa di sostanziale e sostanzioso che era venuto a visitarmi, che si dava a me.

Samek – S – 15° archetipo – abbondanza.

Tutta una sostanza forte che nutriva il mio mondo interiore.

La mia psiche riconosce questa forza, se la beve, se ne abbevera e io vedo tanti neutrini, tanti bosoni, puntini di luce mobili, sciolti, vivi che attraversano, entrano ed escono dal mio corpo. La stanza ne è piena e risuonano.

E mi dico, mi dico:

  • Sono luce.
  • Da me esce la luce perché mi amo, perché finalmente s’è attivato il meccanismo, la dinamica dell’amore incondizionato, primo amore, per me stessa.

Sono luce perché do vita a me stessa, sto qui, in me, in un amore folle ed incondizionato per ciò che sono. Primo amore: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Come te stesso solo da qui si può ripartire.

Questo è un amore folle perché ho detto sì a tutto ciò che di me sembra folle, ciò che è vero.

La verità di un’anima che, qui sulla Terra, dice “ Sì ! ” a tutto ciò che sente-pensa-vive di sé e del mondo.

“Se hai trovato la verità dentro di te non c’è null altro, in questa esistenza, da trovare. La verità opera attraverso di te. Quando apri gli occhi, è la verità che apre i suoi occhi. Quando li chiudi, è la verità che chiude i suoi occhi” (dallo zen).

Ora tutte le energie sono allineate e si apre il portale. Sento la portata e il valore di ogni esistenza che ho incontrato, colgo quanto io sono valore e forza per loro, ed essi per me. Ci stiamo commisurando. Ci stiamo corrispondendo. Sentiamo che è così, che tutto va bene. Vediamo il nostro essere non più a specchio ma creazione.

“Amore” uno per l’altro, liberi dal bisogno di cercare e assorbire energie dagli altri. Le nostre energie sono per noi, le sentiamo nostre, forze intelligenti con cui dare vita alle nostre creazioni.

Il movimento della forza che entrava e usciva avveniva tra il centro del mio corpo, il cuore e la linea del cuore scendendo verso il tronco, fino a fuori di me e rientrava nel cuore.

Come una mela che si creava per questo movimento circolare che era simmetrico, tra destra e sinistra, avanti e dietro, sopra e sotto e creava una specie di mela energetica attorno a me.

Questa mela energetica attorno a me, attiva e visibile anche ora che sto scrivendo. Sono i miei corpi sottili. L’astrale e il quotidiano interagiscono. È attivo il movimento di nutrire me stessa con l’energia che esce dal mio cuore e dal mio pensiero.

Mela, mela, che vi fa pensare la mela?

Ora il movimento nutre tutto il mio essere, lo guarisce e, mentre naturalmente si apre e porta l’energia fuori di me al mondo e alle persone, anche continua ad esistere ed essere attivo il movimento e nutrimento energetico verso me.   

da Nel paese dei balocchi

Terrestre

Terrestre