Tarocchi e archetipi – Prefazione – bozze

Tarocchi e archetipi – Prefazione – bozze

Archetipi e tarocchi – Dalet – L’imperatore

PREFAZIONE

La mia vita è stata segnata da questa passione di scrivere.

Tutto è iniziato intorno ad alcune poesie, è continuato con il raccontare ciò che sentivo dentro, sentimenti, emozioni, portare nel mondo gli eventi in cui ero protagonista.

Un gioco.

Oggi mi rendo conto che nei miei libri ho usato spesso la parola ‘sperimentare’ e ho spiegato la spinta e il senso dello stare al mondo con questa accezione, per cui mi sono ritrovata dentro a tanti accadimenti non sempre controllati da me, anzi; situazioni che a volte ho determinato e scelto, altre volte ho subito o accettato. Mentre accadevano le cose, o si ripercuoteva nel quotidiano la risonanza a ciò che stavo attraversando, vale a dire salivano emozioni, sentimenti, spinte, pensieri, reazioni inaspettate o che non potevo decidere o gestire, mentre tutto questo accadeva, io stavo o dentro alle situazioni stesse o a galla, sulla sponda, e riuscivo a prendere fiato, ad avere il distacco, a osservare e definire quanto accadeva.

A volte le situazioni non si modificavano, nonostante il mio impegno. Scrivevo, asserivo che con i 22 movimenti della forza era possibile essere i creatori della propria realtà ma, di fatto, se il più delle volte era davvero così, era anche vero che alcune situazioni non si modificavano. Non riuscivo a far accadere nel mio quotidiano, così come io volevo che fossero, alcuni eventi.

Proprio in quei giorni riprendevo tra le mani questo libro con l’intenzione di fare ulteriori perfezioni invece mi sono ritrovata, innanzitutto a cambiare totalmente la prefazione, poi a inserire delle consistenti aggiunte e cambiamenti.

Il nocciolo stava davanti ai miei occhi di dentro:

  • la sperimentazione era finita

era un passaggio fatto

Non stavo più in un esperimento e osservazione, avevo raggiunto una specie di sponda che era relativa non solo alle emozioni o ai sentimenti, ma aveva a che fare con ‘che cosa ci sto a fare qua’.

Allora, se qua devo stare, faccio come viene a me. Nemmeno sperimento, che è una fatica. Sto a modo mio.

Ero cosciente di aver agito una forza terribile. Questa energia mi aveva attraversato per mesi, forse anni, mi aveva stravolto e piegato. Poi avevo iniziato a respirare mentre mi sentivo in quella tensione, e respirando mi accorgevo che riuscivo a stare a galla, a gestire tale intensità a non esserne più travolta. Inoltre, il poter contenere tale forza mi rendeva consapevole che, ad ogni passaggio, un mondo di potenza si stava stabilizzando dentro di me. Insieme a ben altra visione di fatti e situazioni, a ben altro pensiero.

Sentivo che se n’era andata anche la percezione di stare in una sperimentazione voluta, causata, da altri. Oh, nel gioco delle dimensioni siamo sempre noi i co-creatori della nostra realtà, ma ci sono delle variabili che vorremmo attribuire ad altri. Ci sentiamo troppo diversi da certi atteggiamenti e pensieri per ritenere di esserne noi all’origine. Oggi ho ancor più la coscienza di essere la fonte dei miei accadimenti.

Adesso voglio vedere come procede ciò che ogni momento agisco.

Come potete notare, ho fatto un salto nella sequenzialità delle ultime frasi scritte sopra, ho deliberatamente non tenuto conto di alcuni passaggi. Così continuerò a fare per il semplice fatto che, spostandoci da matrix in Felix, tante impostazioni schemi pensieri e quanto vi rotola di conseguenza, non ci sono.

Io intendo starmene in Felix, e da qui comunicare.

Per cui il linguaggio, il quale già è una mediazione che, di fatto in Felix non è tanto necessaria, il linguaggio qui dentro è diverso e nuovo.

Questo libro è il campo morfogenetico di Felix.

Di più non serve spiegare. Fine sperimentazione, che a questo punto è semplicemente una cosa da indecisi e confusi, avanti con affermare ciò che si è in quinta dimensione e oltre.