Archetipi
ll Tempo
“Se vai nell’anti-tempo tu amplifichi il tuo tempo”.
E lo riformulo, aggiungo ora.
Trasformo – dall’impianto – la mia creazione.
Da tempo dico che prima o poi possediamo il Tempo. A questo punto “siamo” la nostra creazione.
Possiedo il Tempo quando “divento” il Tempo.
Intuivo delle cose sul tempo ma non mi era chiaro nulla.
Ultimamente va così: mi vivo in due tempi.
La Murry Hope chiama il tempo che viviamo in matrix, ossia nel sistema, in cui siamo codificati da mente, lei lo chiama “tempo interno” perché dentro matrix, appunto.
E il tempo che viviamo fuori matrix, quello dell’inconscio, del sogno, degli altri universi in cui siamo, lo chiama “tempo esterno”.
Questo modo di distinguere i due tempi è un po’ imbroglioncello, nel senso che a me viene più naturale chiamare il tempo dentro di me “interno” e il tempo che vivo verso fuori, che condivido con gli altri, nel sistema, “tempo esterno”.
Mah.
In ogni caso, seguo la Murry Hope, così se a volte faccio riferimento a lei, non creo confusioni.
Al di là della Murry Hope che ha fatto delle cose stupende sull’Egitto, e leggerle diventa davvero una propedeutica per rendersi conto di tempi interni – tempi esterni, debbo dire che, per quanto mi riguarda, ciò che pian piano mi ha condotto allo scollamento dal sistema e entrare sempre più nella consapevolezza dei miei universi interiori, sono stati gli archetipi, ossia le 22 lettere degli alfabeti, ossia i 22 movimenti della Forza. Eh te pareva…
Qualcuno una volta mi disse:
- Devi chiamarli in altro modo… se li chiami .. archetipi…. archetipi…
e lo diceva con il tono come quando da dentro matrix qualcuno fa il giudizio su tutto ciò che è analogico.
A r c h e t i p i si chiamano, perché sono la forma spazio-tempo-sostanza-materia-intelletto-vibrazione di psiche. Sono psiche. E psiche è Archè, è arcaica, sta a noi fare un atto di semplice pulizia mentale e ritrovare, al di là delle stratificazioni e dei giudizi della storia, il vero significato delle cose e delle parole.
Oggi si tratta davvero di ridare “il nome “ alle cose.
Torno al tempo.
Per cui l’esperienza è sempre più quella di stare in un tempo statico rigido stretto arido, che è il tempo in matrix, nel sistema. E, insieme, di vivere un tempo apertissimo, pieno di tutto ciò che amo e che posso permettermi, pieno di significati progetti persone cose eventi, che sta dentro di me.
La frequentazione sempre più assidua di me nel mio tempo interiore, ossia “tempo esterno a matrix” arriva al punto che ci sono attimi in cui mi è chiaro e lucido il fatto che il tempo e le cose, le persone, gli eventi, sono veri quelli che mi vivo dentro, mentre quelli che mi vivo fuori sono finti.
Questa percezione mi è chiara e mi dà certezza del mio sperimentare, sento che è così.
Non solo, ma anche mi fa scegliere.
La mia scelta perfetta, ogni giorno è confermare aderire incrementare i miei tempi interiori, i mondi interiori e tutto quanto vi appartiene e lasciar andare sempre più velocemente ciò che sta nel mondo di fuori.
Dato che io in parecchi post dico che… non ascolto chi mi dice:
- lascia andare
mi sa che, che mi dice così, questo intende.
Lascia andare ciò che sta fuori e tieni stretto ciò che senti dentro.
Questo significa anche:
Se io ti parlo di una persona o una situazione che in questo momento non mi corrisponde secondo i canoni esterni, e tu mi dici:
- lascia andare
ma io la persona o la situazione, nel mio mondo interiore la sento
non lascio andar…
checchè tu mi dica.
Tu, vale per tutti: Maestri guru consulenti doxa ecc ecc
Questo è un discorso fatto e rifatto e che sgama matrix, perché molto spesso anche i guru e i maestri si sono adeguati al sistema e non ci hanno detto:
- Vai fino in fondo. Insisti. Ascolta solo te.
Certo, la strada che io ho iniziato a percorrere è: fuori non assecondo, anzi faccio silenzio. Non mi faccio nemmeno vedere. Non vi voglio vedere, perché alimenterei il teatrino della mente, di matrix. Mi dovete comparire davanti nuovi, perché io – dal mio tempo e luogo interiore – sono riuscita a creare me stessa e l’altro da me – nuovo.
Siccome questo è sempre più la mia certezza, ecco che una serie di percorsi esterni sono lasciati. Ti sto creando nel mio mondo interiore. Ti avrò davanti così, come io sono diventata.
Non più specchio ma creazione.
Ogni giorno di più questa presa di posizione e questo lavorare solo dentro, mi porta chiarezze, chiavi, lucidità, mi fa vedere intuire cose di una situazione che, se io avessi interagito col mondo di fuori, non avrei mai compreso.
Questo modo di andare, piuttosto senza rete, è impegnativo di testa perché si tratta di restare centrata su me stessa e non dar adito a mille e un pensiero vecchio che mi assalirebbe, mi fa percepire sempre più la potenza del pensiero e del mio strumento di pensiero.
Noi abbiamo un cervello, un marchingegno intellettivo di una potenza straordinaria, ma bisogna rendersene conto.
Solo rendendoci conto della potenza del nostro “pensare” usciamo dal subire la vita e costruiamo esperienza. Per percepire la grandezza delal nostra capacità di formulare pensiero, bisogna pensare nuovo, originale, unico, mio, individuale. Dopo viene il momento che allargo il mio modo di essere agli altri, e qui condivido il mio pensiero. Ma, se voglio arrivare a cogliere la grandezza di chi sono e che cosa so fare col mio pensiero, debbo seguire la strada – mia.
Il mio solo unico personale pensiero.
Ora so che dentro di me sono un mondo molto più vasto e profondo.
Da questo che oggi sono, creo.
Dentro mi nutro, e alimento i mondi che io scelgo, su questi mi ascolto e confermo, scelgo e non lascio andare.
Semplicemente perché non mi va di lasciar andare me stessa.
Quante situazioni, nodi, chiavi, ho visto dentro alle situazioni, dato che … non ho lasciato andare.
Torno al tempo.
Se stiamo nel mondo interiore diventiamo padroni del Tempo.
Possedere il tempo significa essere gli altri. Sono l’altro, l’altra, l’altro, sono la situazione, la cosa, l’evento, il fatto. Sono il pensiero, la donna, l’uomo, la pianta, il cristallo, la nuvola, il numero, la goccia, il profumo, l’aria, la voce, sono sono..
- Io sono
Ciascuna di queste esistenze. Lo pronuncio, e lo divento. Ecco che entro nel tempo dell’altro. Condivisione di tempi. Dell’altro, dell’altra, del minerale, della pianta, di un fatto, mi arriva il suo valore interno, mi arrivano informazioni. Perché mi sono identificata e pronunciata nell’altro..
lo sono diventata.
Sto sperimentando e conoscendo l’altro da dentro se stesso. Li sto sperimentando non da fuori, da fuori mi arriverebbe la mente. Se interagissi all’esterno io comunicherei la mia mente e l’altro mi risponderebbe dalla sua mente. Sarebbero confusioni, uscirebbero parole, intenti che, davvero non vorremmo. Invece se io agisco da dentro, ecco, l’altro mi arriva nella sua autenticità, nel suo essere interiore, fuori matrix.
Poi arriva il momento, lo sento e lo so, che tutto questo che vivo all’interno me lo ritrovo davanti, reale.
Ecco, i tempi si aprono come matrioske uno dentro l’altro in me, i tempi delle tante esistenze in cui mi sto nominando, cui, attraverso me, do esistenza dentro di me.
Qui spesso non riesco più a raccontare, perché l’esperienza che ho del tempo esterno a matrix, ossia il tempo dentro me stessa, e dei tempi degli altri in me, è così particolare, anche divertente, unico, che non mi va di raccontarlo. Non posso. Mi voglio bene, ma soprattutto perché avverto che ciascuno ha il suo e che il tempo dentro se stessi è così pieno di energia, di sentire, è così un alef, un tutt uno tra certezza lucidità sentimento emozione e vissuti che, le parole non sono capaci di trasportarlo.
L’unica cosa che posso assicurare è che, quando si va nei tempi dei propri mondi interiori, l’esperienza del vivere fa un grosso salto di qualità.
Archetipi