Le civiltà matriarcali – le dee – 2
Le civiltà matriarcali – le dee – 2
Inoltriamoci nel mondo dell’energia femminile.
Preciso subito che qui si va a percorrere e conoscere l’archetipo del femminile, che appartiene sia alla femmina che al maschio. Entriamo nel mondo degli archetipi per andare oltre, oltre questo mondo della 3D, più a monte. Entriamo nel mondo della Presenza, del movimento della Vita che si manifesta. Per cui, prima di diventare il vivente, il pianeta, la pianta, l’anima, l’uomo, la donna, ecco, c’è un imprinting, c’è il nus, c’è ciò che la Vita vuol viversi attraverso le moltitudini di esistenze .
Ecco, qui ci poniamo per conoscere il movimento interiore che poi abbiamo chiamato dio, dea, dei, ossia andiamo a contattare questa parte di noi che è la parte luce/ombra insieme, strettamente UNO. E’ un flusso, una frequenza, una corrente, un essere-divenire.
Esistere, Presenza, E’, ed è movimento.
Integrazione di – non manifesto/manifesto – del quale una parte si rende manifesta in luce, l’altra parte resta non percepibile dai 5 sensi ma assolutamente presente e che contiene le forze, le essenze che rendono possibile la manifestazione nel mondo del pensiero e della materia.
Spero di essermi un po’ spiegata su questo piano che è quello delle essenze, quindi del simbolico e dei segni perché questo mondo delle frequenze, della Presenza, ha bisogno di segni e simboli per manifestarsi. Tutto è simbolo, tutto è segno, ossia Presenza velata attraverso segni-simboli.
Nel mondo delle essenze e del simbolico è tutto sano, vero, naturale e sincero.
Sta a noi ridare affidabilità, riscattare tutti i simboli che abbiamo trattato da simboli negativi, portatori di morte e distruzione, riscattarli e riconoscere la loro vera funzione di essere i conduttori di una delle due parti della realtà e che, se li sappiamo integrare e valutare per la loro reale funzione, sana, svolgono il ruolo che davvero hanno: essere conduttori dell’energia – della Forza – del Tutto in ogni manifestazione, compresi noi stessi e le nostre creazioni.
Basta separazione, basta giudizi e sanzioni su segni, simboli, mondi, manifestazioni, sistemi di pensiero.
Ciò che escludiamo è ciò che ci preclude l’arrivare al centro, alla verità, all’equilibrio.
Dobbiamo saper INTEGRARE, non più separare.
Vale per ogni movimento, storia, evento, personaggio. Tutto fa parte della sceneggiatura e del copione che abbiamo messo su e al quale partecipiamo, ma solo andando ai principi primi riusciremo a sciogliere i nodi, gli schemi e gli impianti distruttivi in cui ci hanno incastrati/ci siamo messi. Perché abbiamo voluto fare questa esperienza a livello cosmico.
Ora basta però, usciamo dall’incantesimo.
Diventiamo adulti dentro la nostra anima, nello spirito. Il navigatore è la Coscienza. La coscienza cosmica sa dove portarci.
Intendo fare una serie di articoli sulle dee partenogenetiche, esplorandone la psiche.
Esplorando la nostra psiche, perché le dee questo sono movimenti della psiche.
Come si fa? direte voi?
Andando a trovare la correlazione. Dove la dea e io, la psiche e la realtà fuori, risuonano, rispondono all’unisono, si riconoscono.
Vado a osservare il mondo delle civiltà del paleolitico, mesolitico, neolitico dove il mondo delle dee e degli dei ancora era criptato, in nuce; e il mondo del sacro, di ciò che non si vede ma esiste e permea tutto, che era variegato, multiplo, multiforme.
Sì, lo so, ormai non abbiamo nulla di sicuro quanto a periodi storici, luoghi, popoli, ecc, ma di sicuro dentro ad ogni popolo, civiltà, reperto, possiamo individuare delle informazioni. Queste ci servono.
Anche sulle informazioni possiamo attivare il dubbio, certo, perché io che osservo un manufatto, un documento, un racconto, sono comunque impostata con dei filtri mentali che possono orientare in un certo modo quando osservo. Vale anche per i cosiddetti ricercatori, scienziati, archeologi, storici e tutti quanti. Il punto è questo: siamo sicuri che non stiamo leggendo il pezzo di storia o l’evento, o la sperimentazione con dei filtri? con dei criteri e categorie? Perché allora cogliamo solo le informazioni che corrispondono al sistema di credenze e di osservazione che abbiamo dentro. Mi sa che è molto chiaro quanto sto sostenendo, sono questioni epistemologiche; noi ora, qui, andiamo con il ricercatore interno ossia la percezione.
Bene. I criteri mi sa che li avremo sempre, perché la mente è per se stessa un sistema, ma c’è un fatto:
- Sono io che decido da che parte puntare l’Osservatore.
Io, donna e uomo scelgo da che parte osservare e da che parte creare la realtà corrispondente.
Bene, mi metto davanti ai criteri della VITA, della NATURA.
Per cui:
- osservo gli eventi e li vaglio, li valuto e li scelgo in base al fatto se sono o no FUNZIONALI alla VITA. Al rispetto della vita, dei viventi, del pianeta, dello stare al mondo in modo pacifico e prospero.
Se una civiltà mi mostra di aver manifestato questi criteri allora la seguo, sennò la lascio andare, la resetto. Oggi, ci servono informazioni e messaggi sani naturali e costruttivi.
Tutto il resto possiamo farlo sparire, basta non puntare più l’Osservatore là.
Anzi, se davvero tengo al centro i criteri della VITA ecco che molte civiltà, tradizioni, popoli, personaggi che fino a ieri posso aver considerato giusti, saggi e sani, ecco che finalmente mi si toglie questo velo della menzogna e della finzione, dell’ottundimento mentale, e vedo davvero le cose per ciò che sono. E nessuno mi incanta più in giudizi e valutazioni del mondo che invece sono totalmente contrari a ciò che fino a oggi mi è stato detto e insegnato.
Vale anche per tutto il mondo giuridico, religioso, politico economico, finanziario, scientifico, eccetera.
Attiviamo e seguiremo il NOSTRO NAVIGATORE, INDIVIDUALE, interiore.