Archetipi – Il primo elemento della Tavola periodica

Archetipi – Il primo elemento della Tavola periodica

Archetipi – Il primo elemento della Tavola periodica

Il caveau del sole. Francesca Salvador – https://www.francescasalvador.it/quadri-acquisti-4/

Obiettivo – Intento

Voglio arrivare al punto in cui, dall’interno, ossia dal palinsesto della mente, individuo e smonto tutto l’impianto dello schema giuridico, legale, commerciale, materialista, della separazione della mancanza e della paura che ha incastrato l’umanità.

Perchè, è chiaro, è solo un impianto, uno schema, che s’è preso tutta la visione del mondo,

ma così non è. 

Io, vivente, non sono riconducibile ad una entità giuridica.

Tantomeno riconducibile a un valore in merce e in denaro.

Io sono viva.

Mi accorgo che l’inganno psichico, mentale, conoscitivo in cui siamo stati immersi è talmente grande e pervasivo che, ogni volta che un pezzetto si sfalda e crolla ecco, sotto si manifesta una realtà e una visione del mondo totalmente differente a partire dalle sue più alte impostazioni.

E che questo modifica assolutamente e categoricamente lo stare al mondo.

Quanto diciamo, pensiamo, raccontiamo è un mondo illusorio che ci chiude e imprigiona mentre, appena appena a fianco c’è una realtà potente e libera da vivere.

Il salto da una all’altra è appena percepibile ma altrettanto trasformante.

Dal momento che il dubbio su tutto ciò che:

  • sappiamo, abbiamo imparato, il mondo ci dice, la scienza ci spiega, ecc
  • dal momento che, il dubbio ci ha preso, è entrato, un attimo dopo (che nel tempo lineare po’ anche corrispondere a giorni o anni ma…) tutto inizia a crollare e pian piano i palinsesti di una realtà si sfaldano e saltano.

Buh, cosa c’è sotto… non si sa.

Come è, come si sta, quando tutto è crollato, non si sa.

Fino a qua, male non è.

Entro in ciò che percepisco:

La Tavola di Mendeleev inizia con l’etere. Non con l’Idrogeno.

Idrogeno 1 protone 1elettrone.

Etere elemento che non ha protoni-elettroni.

Dal nostro scenario di conoscenza è stato tolto l’etere.

Bene, rimesso l’etere al suo posto: primo elemento della Tavola, primo, senza elettrone, ma esistente, reale e funzionante,

tutto si ri-processa dentro di noi.

Alla psiche, cervello, intelletto, come lo si voglia chiamare, basta poco per ritrovare la sua centratura, per rimettere in asse il dentro e il fuori.

Basta che lasciamo entrare nell’area della mente la nuova informazione, che ci permettiamo l’ipotesi che poi si rivela la tesi reale.

Tenendo sempre conto che: anche nel momento che io ri-centro gli elementi e tutto ciò che ne consegue, sto sempre e comunque parlando di una realtà che si proietta da me stessa, che io rendo concreta fuori di me, ma che di fatto, fuori, materialmente, non è.

E’ solo un fascio di frequenze che io, mentre prima processavo il formarsi della realtà attorno ad una materia che inizia con un protone-elettrone, l’idrogeno,, ora inizia con zero elettroni: l’etere.

Ma cambia tutto, perchè immette nel palinsesto del mio mondo l’elemento su cui tutto si genera.

Mette nel campo morfogenetico tutte le frequenze, ed è con tutte le frequenze, tutte le variabili, che io posso davvero, in coerenza tra dentro e fuori, tra intelletto e materia, esistere e muovermi nel mondo della 3D.

Quando c’è un insight, la connessione con la realtà delle cose, nel cervello si avverte un click. Un riformularsi del tutto che sta dentro.

Come ho detto bisogna scegliere, se il primo fondamentale approccio alla realtà esterna è in fisica classica o in fisica quantica.

Se, ad ogni affermazione, ad ogni ipotesi, ad ogni pezzo di storia raccontato o ipotizzato, applichiamo l’archetipo ‘narrazione’, un po’ alla volta percepiamo che tutto, tutto, è stato ed è un modo di raccontarsi una realtà che, di fatto, noi stessi abbiamo creato e che è illusoria. Ogni pezzo di storia, sulla Terra, sul cosmo, ecc, è narrazione. Ci è servita per comprendere noi stessi e le dinamiche interne. Tutto si ridimensiona, usciamo da un cosmo immenso e innaturale, che non esiste, e così la storia. Una narrazione che è servita solo a farci sentire impotenti.

Su tutto.

Messa questa chiave, si inizia a percepire cosa c’è sotto e che cosa davvero possiamo fare e essere. Ogni pezzo di storia è un processo del nostro pensiero. Ogni ente, entità, dio, potere, sono solo metafore, simboli di ciò che c’è davvero, cioè in noi.

Bisogna sempre trovare la – corrispondenza – tra ciò che vediamo o raccontiamo o ci hanno raccontato del fuori, e ciò che c’è dentro di noi.

Mi chiedevo quale altro nodo psichico, ossia archetipo sconnesso e deviato c’era a monte così che, nonostante le tante cose comprese, messe a posto, qualcosa ancora sfuggiva al ri-allineamento della realtà, di ciò che io creo fuori come realtà.

Ecco rendere sacrosanta la primogenitura dell’etere nel campo. 

Rendere sacrosanta“… ossia dichiarare naturalmente categorico e fondamentale riconoscere il giusto e funzionale ruolo e posto di ogni esistenza. 

Così che, io creatore della mia realtà, creo non a partire da un elemento che è già materia, ma creo da un campo che è sempre pieno di tutti gli elementi, più quelli che ancora posso inventare o meglio, che man mano vengono scoperti e sistemati nella Tavola, ma che già esistono e che, solo in un corretto e coerente ordine della Tavola, un giusto, onesto e coerente percezione del campo, posso intercettare e portare nel mio oggi. Perché io sono questo campo, questo mare di frequenze, non quello ristretto che parte dall’Idrogeno.

Gli elementi del fuori hanno la corrispondenza dentro, nelle dinamiche interne. Un elemento chimico – fisico – astronomico, ecc corrisponde ad una dinamica della psiche, a un senso esistenziale.

Per ora finisco qua. Lascio che la mia psiche si riassesti con i tempi suoi.

Certo continuo.

Voglio arrivare al punto in cui, dall’interno, ossia dal palinsesto della mente, individuo e smonto tutto l’impianto dello schema giuridico, legale, commerciale, materialista, della separazione della mancanza e della paura che ha incastrato l’umanità.

Perchè, è chiaro, è solo un impianto, uno schema, che s’è preso tutta la visione del mondo, ma così non è. 

Io, vivente, non sono riconducibile ad una entità giuridica.

Tantomeno riconducibile a un valore in merce e in denaro.

Io sono viva.