Tarocchi e archetipi – 3 – L’imperatrice

Tarocchi e archetipi – 3 – L’imperatrice   

Tarocchi e archetipi – 3 – L’imperatrice 

Scoprire che, dietro il velo, dietro la finta colonna di ghiacci, altre terre ci attendono. Terre, in cui, da sempre siamo e siamo stati, anche in tutto il tempo che ci credevamo qui, nascosti, velati, quasi prigionieri di un incantesimo, ora estinto, evaporato.

Solo una tenue linea di memoria ci teneva ancora ad un tempo ormai passato e dissolto.

Abbiamo staccato gli ormeggi, tirato l’ancora e siamo partiti per le nuove terre.

Nuovo, oltre, sempre vissute e abitate, altrimenti, non ne avremmo sentito così forte l’attrazione.

Le notti, ad ascoltare altre voci, altri suoni, oltre. Assecondarli, accoglierli, decifrarli, sentire la presenza e la pregnanza. Saperli veri, vivi, comunicanti.

Credere ad evidenze più sentite che provate ma, talmente forti e intense, da diventare tracce, e sentirli, poi strade, rotte  di vascelli del pensiero che si inoltrano in mari nuovi, accoglienti, illuminati e tracciati e, oltre oltre, ancora l’ignoto, l’inconosciuto, a darci il brividi del nostro “essere i creatori di noi stessi e delle nostre sempre scoperte, sempre nuove, terre“.

Sempre un nome nuovo, che mi do.

Da imperatrice che ogni giorno, alla allarga i suoi territori e la sua sovranità.

 

L’imperatrice, sa di natura.

Stai qua

con la tua icona, la tua presenza.

Stai qua

nel silenzio in cui, ogni volta che affondo,

trovo pezzi di te sparsi dentro me come anse di fiume.

Sabbia umida, ferma sulla brezza fredda dei rivoli sotto la montagna.

Come una statura di noi che si svela pian piano

guardinga

soprattutto ritrosa.

Scrutare? No. Nemmeno più voler guardare oltre,

né più cercare sensi o risposte.

C’è un qualcosa di vivente che resta in anfratti ai più ignoti.

Sta in letti di fiume erosi ghiaiosi e assiderati,

nascono da vene d’acqua cerulea e fresca

che a monte irruenti,

a valle

sapienti e piene,

si danno.

Il Piave alla foce