Il Pensiero siriano – Programma l’alieno

Il Pensiero siriano – Programma l’alieno

Il Pensiero siriano – Programma l’alieno

Mi raccomando, non perdetevi la seconda parte di questo articolo. (sarò breve…).

1  – L’alieno non è un entità è semplicemente un programma, meglio un sistema operativo.
L’aspetto, la forma, la testa ecc che ci sembra di vedere o immaginare dell’alieno altro non è l’interfaccia del sistema.
Proiettato all’esterno della psiche in modo che noi possiamo riconoscerlo. La forma.
E la forma : occhi, viso, ecc altro non sono che , espresso in forma visiva per noi, che come il sistema e i suoi programmi sono dinamizzati e procedono.
Significa che prima mi rendo conto, prima accedo al sistema nel suo esistere, nella mente, e vedo che farne.
Soprattutto inizio davvero a percepire che, al di fuori di questo sistema operativo e di questi programmi, c’è ben altro che sono.

Il Pensiero siriano – Programma l’alieno

2 – Altro livello 

Ossia un livello del gioco.

Come aver fatto un giro nel gioco dell’oca, passati per ‘prigione’ usciti e essere approdati ad un altro girone.
Di qualsiasi cosa, fatto evento persona, il mondo di fuori parli, ciò di cui si parla è uno specchietto, un gancio, un segno, un’indicazione. E’ una metafora, è un trickster, è un’illusione.

Un flash, un indicatore del contrario, un Giano, un ambiguatore, ecc ecc.

Uno split.

Funziona così:  si ascolta una notizia, si conosce una persona, si ha davanti una cosa, un oggetto, un evento, una situazione, ecc ecc,

Ecco, quello fuori è l’indicatore di un qualcosa che è emerso dentro di noi.

Ci sono persone cose fatti eventi che emergono nuovi, che incontriamo oggi, adesso.

Ci sono persone cose fatti eventi che ri-incontriamo di nuovo ogni giorno, o più volte nella vita, e che già abbiamo conosciuto.
Fuori non c’è quella cosa, fuori è il racconto, la narrazione, il modo – per immagini – per parole – per ologrammi – che ho per dire a me stessa che dentro di me è emerso qualcosa.

Un aspetto di me.

Se mi viene davanti una persona: lei rappresenta aspetti di me, che salgono in superficie, e che io debbo vedere, osservare, considerare, ci debbo fare i conti. Se va bene o se debbo cambiare, trasformare, modificare, migliorare. Io, non ciò che da fuori mi arriva davanti.

Fuori, sono io.

Sono le mie caratteristiche e le mie dinamiche.

Così, ormai, quando vedo ricerche anche avanzate su cosa c’è in questo mondo (pseudo-realtà – tutto è semplicemente fasci di frequenze tenute insieme da me, dal mio strumento di creazione), vedo città del passato, es Tartaria o altri luoghi… vedo video sulla Storia e la messa in discussione di tutto il passato. Vedo video di città costruite ex novo e ancora mai abitate.

Vedo. Vedo. Vedo.

Adesso ho capito questo: io esisto a livello individuale e collettivo.

Restiamo sul fatto che sia io, che il collettivo, sono semplicemente due piani di esistenza in cui:

Io… ogni nano-secondo.. mi do nella realtà. Mi faccio esistere. Così come faccio esistere la mia dimensione collettiva.

(dire che io creo me stessa e la realtà non è un fatto di potere è un fatto di grande coscienza e responsabilità).

Vedo davanti a me, nel libro o nel video un pezzo di storia, o una città del passato o enigmatica, ecco, quello che vedo NON è reale. Io NON sono là. C’è qualcosa di me che proietta quelle immagini. Qualcosa di me che è individuale e collettivo, partecipo ad un entanglement ogni attimo, che è ancora un livello di me in cui ho messo i tanti aspetti di me.

Così per gli eventi. Non sono realtà. Non sono mai accaduti. O, se sono accaduti, sono un livello quantico, di frequenze, in una parte di me che sta qua ma anche sta là, sospesa, distinta da ciò che sono qua… insomma universi paralleli. 

Allora, qual é il punto. Mettiamo che si parli di qualcosa che potrebbe accadere, di un futuro, es: prosperità, benessere, pace, ma anche catastrofe, guerra, controllo, nuovo gan eden… ecc..

Ecco, queste sono

PROPOSTE

di mondi da creare.

Vale anche per quando a casa mia arriva il vigile con la sanzione e la minaccia a sanzionare il mio conto o la mia vita, se io seguo quel programma, mi accade. Se riesco a rendermi conto che, ciò che mi sto dicendo attraverso quella parte di me che è il vigile, sono solo parole, è solo un programma a cui io posso dare vita dando energia e attenzione e pathos, allora, se me ne rendo conto, 

mi fermo

un attimo

e faccio il distacco

e vedo

e poi valuto che fare. 

Posso creare quello o trasformarlo.

Vale per tutto: anche per tutto quanto sembra che i controllori vogliano decidere e fare sull’umanità e sulla Terra.

Sta a me, scegliere di dare energia far precipitare nella realtà o no, quel programma.

Anzi, aggiungo a questo punto: tanto quanto diamo adito, pregnanza, senso di verità,  al fantasma, alla cache che ci viene davanti da fuori, tanto siamo … perversi.. ossia ancora inquinati da programmi tossici, su qualsiasi aspetto della vita.

Si tratta di – non usare la mente.

La mente è unica, utilissima,  serve per organizzare la vita ma non per fare riflessioni o programmi su di essa, o valutazioni giudizi ecc 

Quando usiamo mentre al di fuori delle sue corrette competenze e funzioni,  soamo perversi.

Tutto il mio strumento, è tutto solo una tecnologia

Una bio-tecnologia.

Io, che sono Coscienza, la Presenza, lo so bene.