Pianeta felice
Ciò che possiamo dire a questo punto di un cammino che, come co-autori di questo sito, ci vede innanzitutto sperimentatori
nel pianeta felice
di una trasformazione in atto di noi stessi e del mondo che ogni attimo creiamo attorno a noi, ossia il nostro personale campo morfogenetico, è che: l’allineamento alla naturale esistenza sulla Terra comincia ad essere altamente percepibile. Questa percezione si accompagna ad un naturale movimento verso ciò che è riposo piacevolezza serenità armonia, scelta deliberata di dove e come stare. Oggi lo individuiamo nel nostro “esserci”, non solo, riusciamo anche distinguerlo da ciò che di non allineato ancora sta sia in noi che fuori. Ancora di più, e lo vedrete bene nel post: Determinazione, questa sperimentazione sta cambiando la percezione di noi stessi, della realtà, dell’interagire, alla fine del nostro stare in una realtà che si presenta sempre più un esistere tra flussi, movimenti, vitalità che scorre e diventa orientamento verso il bello, l’estèsi, il godimento, mentre allo stesso tempo anche ci inabissa nelle profondità di noi stessi, nel nostro stesso torpore, nell’inquietudine, scollamento, nel gioco con le parti oscure, travagliate, oggi non più temute ma con più sagacia, semplicità, sincerità accostate, agite, guarite. Così ci stiamo rendendo conto che tutte e due queste grandi parti di noi: in ombra – in luce, sono altamente vivibili, partecipabili, che esse sono qui e chiedono semplicemente di essere accolte per ciò che sono, rispettate ed integrate.
Tutto questo sta spostando i tempi, riformulando gli spazi delle nostre.. non.. mappa ma.. mappe del territorio. Che siamo territori, mappe, oasi di tempi nuovi, fecondi o ancora criptati e quasi scomodi, ma per questo forse più arrapanti, poiché sappiamo che qua c’è, chiuso e pulsante, un frammento di noi, della nostra anima che si sta ricongiungendo attraverso ciò che, chi si presenta davanti, ci sta mostrando.
La vita nuova è un fatto di gratitudini, riconoscimenti e integrazioni.
“Sono ciò che rimuovevo e fuggivo”.
“Sono ciò che giudicavo di me stesso, non volevo essere e invece sono”.
Di seguito trovate alcune condivisioni di chi sta sperimentando il percorso per archetipi primari:
- Melissa e le anime gemelle
- Romana e la medicina
- Francesca e il tempo
- Davide e il furto
- Massimiliano e la spesa
Altri ci stanno raccontando: tutto ciò che “accade” può essere sperimentazione oltre matrix.
La chiave di svolta è forse veramente tirare il freno a mano, trovare la dualità in ogni situazione prima di “cedere all’azione”, e integrare le tante parti di noi.
Si chiama anche energia nucleare debole. Diversamente dall’energia nucleare forte, che abbiamo il bisogno di far uscire all’esterno dove esce come nucleare che distrugge, la nucleare debole è forza di accettazione, di… lasciar andare, lasciar accadere.
È l’archetipo thet – Th – 9 – il femminile.
Perché nell’evento c’è tutto, ciò che vediamo, abituati, istruiti a vedere parzialmente, ma c’è anche tutta l’energia oscura, la materia oscura, ossia la parte più cospicua e importante delle nostre creazioni.
La tradizione orientale la chiama wu wei.
Qui non si danno risoluzioni, né insegnamenti, qui solo si indicano 22 chiavi, e qualche gioco per come usarli. Ciascuno si costruisce le proprie strategie e modalità. Sono gli archetipi, i movimenti della forza che parlano, agiscono dentro ogni persona. E ogni persona è a sé.