Archetipi – archetipi
Come una memoria che ritorna e s’impone. Come una narrazione definita e definitiva.
Dopo tanto, riscrivo. Ovvero scrivo. Che cosa, non so.
Questo è il tempo che non può e non dev’essere riempito di parole.
Solo l’apofatico è il senso dell’adesso.
E’ necessario pulire definitivamente questa creazione dalle parole.
Non mi va più nemmeno di cercare le cause. Oh, la storia. Ciò che è stato. Tanto, e tutto manomesso.
L’oggi. L’adesso, che sono?
Oggi, adesso, ora, chi sono?
Sempre stessa domanda.
Oggi: che non aspetto, che non guardo fuori, che non interpreto.
So cosa voglio.
Il resto è narrazione. E’ parola.
Non mi interessa né mi serve.
Come si fa scrivere, a sto punto. E che cosa si può scrivere?
Se parole vanno sospese. Interrotte.
I sentieri interrotti di Heiddeger.
Mi sa che ultimamente sto scrivendo sempre la stessa cosa.
Mi disse:
-
Perché tu non guardi né al prima né al dopo,
-
ma all’istante, che tutto contiene.
Il progetto resta sempre chiaro.
E’ con il progetto che m’incammino nel nuovo mondo.
E faccio un primo step.
Il progetto che ho scritto stasera è nuovo.
Ogni progetto vuole 22 movimenti.
Ciascuno dei 22 movimenti contiene i 22 movimenti e
le 22 dimensioni.
Poi chissà quante altre e altro sono le dimensioni.
E magari chissà quanti altri e altro sono i movimenti.
Così tanti, dimensioni e movimenti, che non mi vien nemmeno la voglia di scrivere le 12 – o tredici – o quattordici – chissà quante altre dimensioni che posso conoscere e aver sperimentato.
Non mi conviene soffermarmi a descrivere ciò che già è,
stiamo su ciò che vuol accadere.
Non importa se altri sono in questo punto o no. Non è importante. E’ il mio punto, il mio essere presente, e tanto basta perché il momento sia.
Il momento è.
E’ ciò che ho pensato detto e scritto.
E’ tutto ciò che ancora non ho pensato, né detto, né scritto.
Ora ci casco dentro e, la mia presenza, rende vivo e reale il progetto.
Nemmeno so come sono io in questo momento, in questo presente ma, ci sono. Punto.
Stessa cosa per i movimenti. Non so se sono 22. Non so neanche quanti altri ce ne possano essere. So che mi muovo.
Nemmeno so che movimento è, a cosa serve, come si manifesta.
Sta manifestando. E io in lui.
Basta così.
Potrei scrivere un sacco di cose. Ma no.
Se voglio il nuovo. Ogni parola che so è del vecchio.
Meglio proseguire
tra conoscenze, creazioni, variabili, varianti, possibili, divenire, divenibili, sistemi di realtà in cui entrare e esserci. Farli essere vivi e reali.
Dare esistenza col mio essere esistente.
Archetipi – archetipi