Archetipi – Quof

Archetipi

Archetipi – Quof – lettere di Lorenzo Ostuni

Archetipi – Quof – Q – 19° archetipo – Lego

Legare – lego

Vorremmo scappare da tutte le parti, schizzare via in altri universi, e ci tocca fare i conti con “lego”.

Appena mi collego a questo verbo-movimento, mi girano nella testa i pianeti. Li sento accanto dentro attorno, che si affacciano tra me e la mia pelle, tra me e gli interstizi dei miei apparati, un’immagine, appaiono, un flash e poi scompaiono ma li sento, li tocco qui, girare rivoluzionare attorno dentro me.

Legami. Dove come sono legata? Io insisto in continuazione su questi legacci. Impianti che abbiamo dentro. Li sento così. Mi interrogavo del perché psiche, mente, inconscio, osservatore, tempo, non girano come serve a me. Se ho capito che la gabbia imperversa e incombe, assilla, rompe le scatole, perché lo può fare? Su cosa la gabbia si attacca, si regge, tanto da resistere ai miei input, alla mia consegna di mettermi davanti ciò che sono e che progetto oggi, dalla mia personale visione delle cose, dal mio legittimo desiderio e non da ciò che ero ieri e da ciò cui ho aderito come collettivo?

Se tutti gli impianti che ho visto li ho agevolmente lasciati?

Ce ne sono altri di più lontani, pregressi? trasparenti? ma tenaci?

Cosa sono ancora in matrix che, essendo artificiale, fallace, idiota, illusorio, io di fatto, nella vita di ogni giorno, nella coscienza di me, non sono?

Come dire:

  • Ma chi mi credo di essere? come faccio a affermare che – io – sono distinta dal sistema?

La mia vita lo dice. Punto.

Se riesco a affermarlo significa che così è. Punto.

“Io sono la legge che regola il mio mondo”.

Non torno indietro, forse debbo insistere, allora lego: insistere ci sta con “Lego”.

Mi lego.

Lego l’esistenza a me stessa, a ciò che sono oggi come consapevolezza, lucidità trasparenza, determinazione a starmene fuori dal sistema. Mi lego non a ciò che sono oggi come definizione, mi lego al fatto che ogni giorno sono in cambiamento nun. Ogni giorno apprezzo e riconosco ciò che sono – yod – ogni giorno rimetto in gioco tutto di me. Perché la perfezione – res – la bellezza – – l’estési – thet – mi aspettano sempre in ogni nuova definizione di me.

Una specie di Ulisside. Quando Ulisse si fa legare all’albero della nave per non farsi ammaliare e portare via dalle sirene.

Lego me stessa qui, questo è un quof che vale la pena perseguire, agire, esserne agita.

Quof che mi segue nel mondo coerente di Terrestre.

Legata alla Terra, al Terrestre. In questa dimensione non ho bisogni, è il contrario di come pensano perché pensano dalle paure. Il pianeta, che non sappiamo bene cos’è, ma proprio perché smettiamo di definirlo e dargli una morfica che probabilmente non ha ma ingabbia noi, mi nutre e mi completa.

Io sono questo, oppure sono ancora più espansa, non più ridotta.

A questo lego la mia psiche, i miei archè di impianto.

Ecco, se quof ha una funzione categorica nella creazione di me stessa, questa è la sequenza:

  • in  sadé  taglio ogni vecchio impianto, tutto quello che Macrina ha detto su come è impostato, crediamo che sia impostato il mondo all’esterno, dall’impianto astronomico a quello del corpo, al nome, alle relazioni e alle loro funzioni. Ogni impianto di me che vedo e anche che non vedo ma sta agendo.

Mi lascio andare come una marionetta cui sono stati tagliati tutti i fili, pacchetto amorfo e informe che non ha nemmeno un pavimento su cui cadere.

  • Respiro, e pure questo…. respiro aere, aria o etere?

Aere e aria sono matrix, mi pare di aver bisogno di aria.

Oggi respiro dall’etere.

Dal tutto delle infinite risorse di energia. Qui mi lego, qui aggancio il mio corpo, nell’etere.

L’etere scavalca i mondi i tempi le ere i sistemi planetari, le cellule le molecole le particelle.Etere. Sorgente di ogni mia creazione.

In etere tutto è sciolto – mem

ho tagliato tutto –  sadé

per scivolare giù giù, salire su su, viaggiare fino a diventare, io, diventare etere, lasciando dietro me, come in una scia, ogni parte di me cui sono appartenuta, che mi ha legato, posseduto, plasmato e anche plagiato. Manipolato, usato, attraversato.

Sto sempre a pulire pulire. Certo, “all’assoluto, impresa di demolizioni”, aveva scritto Maritain all’entrata di casa.

Dove finisce il mio tagliare? Dove mi aggancio dopo? dove scelgo di legare i minimi micro-nano impianti necessari per entare in questa dimensione della materia del corpo della Terra?

Che tutto il resto lo do per dissolto.

  • Dalla mia coscienza di oggi scelgo ciò che diventa, e ripeto  di ven ta , che è un  È  il mio essere, il mio nome. È.  Da questo luogo di me in cui ciò che progetto è già qui, accade mentre lo dico e io in esso, e me lo godo.

Ho tirato qui la quinta dimensione, anche la sesta, e continuo. E le lego – quof – qui alla terza dimensione.

Questa separazione tra noi e il cielo è superata. Il cielo esiste nella terra e la terra rende vero il cielo. La mia psiche si inabissa nella carne. La mia carne trattiene lega qui, alla vita sulla terra psiche. Basta svolazzare con lo spirituale, col mentale.

Me l’hanno insegnato gli archè, me l’hanno insegnato chi ha agganciato gli archè dentro alla realtà. Concretezza. Gli antichi non svolazzavano, usavano anche il pensiero telepatico, la a-località, l’analogico, la fantasia, ma i criteri del vivere erano estremamente concreti.

Vale a dire niente finzione.

Perché, mi darò, un nome nuovo. O ritroverò il mio, dopo che egli stesso, il mio nome, s’è dissolto in sadé-men portando nel nulla tutte le finzioni a cui s’è dato..

Sto in quof ed è tutto un sadé. Sì, perché prima di legare

Quof – Q – 19° archetipo – Lego – il legame duraturo.

Quof è impegnativo. Garantisco con il mio nome in quof, per questo prima ripulisco tutto ciò che sono da ciò che non sono. Intendo essere autentica, quof è la mia garanzia, ne va della mia felicità. Se mi voglio legare solo l’autenticità mi può permettere di stare legata. Per legarmi non posso sbagliare legame. Ne va di me, della mia salute, libertà, del mio benessere sulla Terra. Se è vero che non a chiunque mi conviene legarmi, è anche vero che io, per me stessa, debbo avere le risorse garantite e le vie di fuga sempre a disposizione nonostante io mi lega. Per questo quof è innanzitutto, sopra tutto quof – Q – legame – tra me e me stessa.

La vita vuole questo.

Rivendico la mia libertà e il mio potere di attraversare gli archetipi, tutti. Rivendico il diritto a che gli archetipi, i movimenti della Forza, siano a disposizione di me, della donna, dell’uomo, del terrestre.

Rivendico il diritto al terrestre di mettersi al centro dell’universo Terra.

Materia, matrice, sostanza, corpo e carne.

Vissuti.

Dalla Terra.

Rivendico la memoria pulita, di quando creavo con la Parola.

Lego – quof – la parola ai movimenti, alla vita, allo scorrere delle energie.

Oh, lo so bene che in se stesse tutte queste componenti e funzioni della creazione sono così, fedeli a se stesse.

Ma io lo rivendico, lo ripeto, lego – quof – la Parola: Archetipi – al Terrestre.

Perché sento, so e intendo che questa connessione equilibrio legame tra la mia esistenza è l’essenza pura e libera degli archetipi raggiunga ogni parte del mio scenario. Raggiunga ogni esistenza che creo attorno a me.

Perché dal mio essere legata alla Terra, alla naturalità della vita, al Terreste, da qui intendo attirare chi così è allineato.

Chi io stessa ho creato, ci siamo co-creati, per lanciarci in mille parti del mondo.

Il richiamo, il suono che ci riconosce sono gli archè.

Il suono che ora ci fa ritrovare.

Hesod, sephirot, il fondamento.

Lego per fare il centro : quof – yod.

Gli archè hanno attraversato millenni di mondi e di creazioni. Sono disseminati nella memoria e nella storia, mi sollevano da memorie e storie perché essi sono sempre liberi e nuovi a iniziare nuovi tempi nuovi spazi, nuove creazioni. La corrispondenza tra ciò che è esistito, esiste, esisterà è l’archetipo. Che viaggia nell’unico tempo, quello in cui il movimento di dispiega, si manifesta.

Ecco, io voglio essere nel movimento.

Oh, quof sembra essere il contrario del movimento, che c’è di più statico di un “lego”. Ma quof, archetipo, lega a livello quantico. Si può dire? Pare che del quantico debbano parlare solo gli addetti ai lavori, ossia i fisici i matematici, qualche filosofo. Come – io – che non so nulla – mi arrischio a parlare del quantico?

Se c’è una dimensione a disposizione di chiunque è proprio questa delle energie e delle particelle. Nel quantico si sente, non si ragiona, si sente. È una dimensione che tutti dovremmo ascoltare. È la dimensione della magia, dei miei corpi sottili, delle potenzialità cosmiche che ho, del mio poter guardare il mondo da ben altra larghezza e potenza dignità forza e vigore. La storia si riavvoltola tutta nel qui e ora, ne ho tutte le informazioni e le potenze.

Voglio che la terza dimensione apra tutti i suoi ponti, le sue fessure, gli interstizi, le porte i portoni i ponti i cervelli le menti i corpi, così

Archetipi – plasmasfera – anche questa – semplicemente – un’idea 

E si lasci inondare, implementare da tutte le altre dimensioni, senza venir meno a se stessa. Significa: che la carne e le emozioni restino tali, al centro, patrimonio e retaggio del Terreste, e tutte le altre dimensioni siamo a disposizione.

Questa è la mia dimensione Terra. La mia immersione nel quantico nulla toglie alla mia terrestrità, alla mia carne, al sentire, alla pelle, all’eros che sono. Questo lego.

Quof.

Usiamo così poco la Q. forse è questo che ci porta sempre fuori dal terrestre e dalla bellezza delle concretezza verso un astrale astratto inconsistente e inutile. Sì, la mente serve. Eccome. E lei fa il suo lavoro. Quello che va modificato è il nostro alimentare con energia pensante il tornare e tornare sugli stessi pensieri. Ecco, lo vedo: rotazione, rivoluzione, ripetizione trasmissione, la storia la memoria il passato. Abbiamo movimenti da correggere, trasmutare equilibrare Nun.

Quof è la nostra dimensione, siamo qui, sulla Terra, poi si vedrà. Quando l’avremo sperimentata e compresa bene potremo anche scegliere diversamente, ancora la dimensione Terra ce la vogliamo godere, e tutta. Io almeno.

Ne rivendico la priorità.

Tra me e l’angelo, io valgo più dell’angelo.

Io, donna, terrestre, sono il centro dell’universo.

Tutto si ricapitola qui.

Quof.

L’angelo ha una missione, l’angelo è il mio pensiero, è una bella fetta, banda, stirpe dei miei pensieri. Ossia è la mia parte animica, astrale, astratta, razionale. Il pensiero non sente, l’angelo ragiona, vede ma non sente. Io, sono donna e sento. La Terra sente. La Terra, ha ragione e intelligenza in sé, in ogni movimento che fa in ogni cosa che fa nascere che trasforma che nutre che ri-accoglie. La Terra non ha bisogno di ragionare in astratto, la Terra fa.

Così io, come femmina donna e madre, non ho bisogno di ragionare, io, funziono con la Terra, con la luna, con l’acqua e le emozioni. Io sono donna. Non c’è pensiero che può pensare di mettersi in competitività con una  donna.

Io sono donna, amo come una femmina, faccio i figli e popolo la Terra.

Il pensiero, è solamente un pensiero, per quanto sublime. Un pensiero porta al Nobel, emoziona, guarisce, arroventa un amore, e fa e fa e fa… ma, io sono la donna.

Ne so più del pensiero. Io viaggio Terra. Sì anche il pensiero, almeno il pensiero della Terra, ma io donna, incarno il pensiero e lui, l’angelo, lo spirito, il maschile, se vuole godere la Terra deve passare attraverso di me, donna e terrestre.

Io femmina – anima – terra.

Pensiero – maschile – spirito.

Se spirito vuole conoscere se stesso deve passare per Terra. Se l’uomo vuole sapere chi è che ci sta a fare qui deve passare per la donna. Il femminile, quello che ha dentro innanzitutto. Vedrai che femmina si trova poi fuori. Sai le sorprese…

Quof – legame.

Ma guarda. E siamo finiti tra femminucce e maschietti.

Ma non un maschietto e una femminuccia qualunque. Stiamo parlando di questi due che hanno visto quof.

Lascio a chi legge il resto delle intuizioni… che giungono da questa regalità.

Essere femmina e donna mi fa sovrana di me stessa. Da questa consapevolezza muovo il mondo. Da questa consapevolezza lo attiro.

Attiro waw – legame labile – chi sente questa regalità e sceglie – quof.

Sceglie se stesso nella sua donna.

Sceglie la Terra nel suo pensiero.

E siamo sempre qui a fare i conti con un equilibrio: thet kaf si realizza in res ma anche in lamed e mem, cose di terra.

Quando scrivo certi passaggi vado ad una velocità che… bu, debbo rileggere per sapere cosa ho scritto. Non so mai da che parte vado quando scrivo. Specie certe cose.

Quof libero da sistemi astronomici filosofici religiosi antropologici maschilisti ecc ecce obsoleti, reificati, ma non corrispondenti al mio benessere. In questo quof mi posso legare, il quof che riconosce la mia grandezza e sovranità, quindi tutta la mia libertà di essere me stessa.

 

Archetipi