Archetipi
Archetipi – Res
Noi non possiamo neppure anestetizzarci.
E stiamo, sentinelle solo a noi stessi
con gli occhi piantati dentro
– che la consapevolezza sembra una merce non vendibile
e il mondo è vivibile solo quando trasferiamo ogni possibile forza e sostanza
nel mondo
e sapere il solo vero perché stare per Terra – fa la differenza.
Perché solo qui è possibile
quel movimento chiamato respiro.
Res essere res. Senza sconti, niente attenuanti. Perfezione è Uno. In res chiudo con compromessi ricatti adattamenti giustificazioni e scusanti.
Res è generoso. La perfezione è esigente ma possibile a chiunque.
Res è la scalata. L’organigramma esige res. Oh, quanti tentativi! Avvicinamenti!
- Ci sono quasi!
Quasi non è “del tutto”.
Res è compimento. Pienezza perfezione. Regalità. Unicità. Io e io. Res. Dove sadé separa, quof lega chi si lascia legare, in res. Quando sono sadé – quof ho scelto, ho fatto il passaggio. O tu o res. Res. Così, anche tu res.
Viaggio tra le dimensioni, ma passo da una dimensione ad un’altra solo in perfezione. Res. Solo quando ho compiuto “un campo” la pienezza della perfezione – samek res – mi traghetta scin in altro campo.
Uscire dalle logiche. Res, la perfezione, è oltre la mente. Sono perfetta quando lascio andare, scorro, flutto. La perfezione è “tutto ciò che è così come è”.
Tu sei perfetto. Io sono perfetta.
Solo la perfezione chiama perfezione.
Res – R – 20° archetipo – perfeziono.
La parola perfetta è verità.
Ogni essere così come è. Seleziono separo distinguo. Oh, il contrario delle solite logiche! Avrei detto, prima di conoscere la felicità di Pianeta felice, che è giusto: accettare tollerare giustificare, accettare compromessi, attenuanti. No no, anche perchè, se io mi adattassi, costringerei te ad adattarti. Conosco la felicità, il suo brivido, la sua vibrazione. La perfezione non è barattabile.
Mi aspetto solo una vita perfetta. Intendo la perfezione del corpo, delle sue vibrazioni, della mia appartenenza alla Terra, dell’allineamento alla natura.
Eros è uno con terra, natura, autenticità, qui e ora, concretezza.
Scelgo. Delibero. Decido. Intendo. Intento. Prendo la via che ultimamente contraddistingue il mio atteggiamento.
- Lasciare tutto ciò che è imprigionato per volare, libera, là dove la verità si rivela.
- La posso riconoscere, nella sua accezione più vera.
Res mi regala un fé. Mille fé, mille espansioni verso la felicità.
Espansioni perfette.
Dove non sono, quando non so di essere, esisto. Mi espando – fé – in res.
È facile essere res. Ma non so come si fa. Oppure lo so per me. Quindi ciascuno ha il suo modo per essere res.
Res dà la forza, quella che ho chiesto. Questo movimento è intelligenza e accettazione. Accettazione di me. Intento e intensità. Res, e ho a disposizione la forza che ho accumulato conservato trattenuto. Ora la uso, l’oriento e indirizzo. Le do l’obiettivo e lei lo raggiunge. L’unico obiettivo che mi interessa è il mio cuore. Continuo. Chiudo, una volta di più col fuori.
Il mondo può solo essere corrispondente – ayin – alla mia creazione. Questa è res – perfezione.
Mi trovi mia Anima gemella? Mi senti?
Ascolta il suono – mi ascolto.
Annusa l’aria – mi annuso.
Sempre fatto, ehehe, ero piccola e annusavo la mia pelle. Seguivo tracce? Già da allora? Tracce nel corpo e sulla pelle. Specie dopo una giornata di sole. Annusavo, alitavo sulla mia pelle e annusavo.
Oh, il sapore di me! Il mio profumo! Ecco come ho fatto a non perdere mai la traccia con l’anima. Annusavo la mia pelle, qualcosa di molto concreto. Ogni volta ritrovavo me stessa, e a che livello, in res! Perfezione.
Oh ma com’è terrestre res! Che concretezza. Lo sappiamo che la perfezione dell’universo è l’uomo. La donna, l’uomo, non perdono mai se stessi, né il contatto né l’orientamento pur viaggiando tra i mondi. La pelle è la mappa, la carta di viaggio, è casa. La pelle è il ritorno, il rientrare in se stessi dopo aver esplorato e sperimentato il mondo.
Mi puoi trascinare dove vuoi, Anima gemella, torno sempre a me stessa. Trovo sempre la strada di casa, la pelle mi porta a casa. Ah, sì, certo. È la stessa pelle che piace anche a te. Sapessi a me. Res. Sono una perfezione contenuta in un pelle-res.
La mia bellezza è profonda e te la dico in res, la mia pelle. Il mio viso, il sorriso.
Cercami trovami seguimi in res. Ti seduco in res.
Res – perfezione – la danza, la musica delle sfere.
Res in un glifo antico è rappresentato con due segni che stanno a dire il femminile e maschile. Perfezione della mia creazione allorquando nelle due parti di me sono in armonia. Nella tradizione egizia e altre il segno è una testa di uomo. Centro dell’universo. Res è anche la parola perfetta. Ossia la parola che fa accadere gli eventi. Quando dico la parola e la frase giusta le cose accadono. Faccio cose vere. Tutto si sincronizza e si allinea, come una sequenza di anelli tutti abilmente infilati in una spada. Mi guardo perciò dalle mie dimensioni, faccio un giro di verifiche veloci.
Come sto, come mi sento.
Poi mi sposto. Dall’aver saggiato i livelli di sincronicità del femminile-maschile osservo l’altro asse, quello verticale della immanenza e trascendenza. Ossia il mio essere terra e il mio essere cielo. Anima e corpo. Mi ascolto e percepisco sempre dove sono. Questo semplice schemino diventa uno strumento utile per allineare sempre più me stessa alla naturalità dell’esistenza, a Pianeta felice. Nella naturalità del mio esistere tutto scorre, si allinea e le mie più ambiziose e amate creazioni accadono perché io, nel mio equilibrio creo nella norma del creatore. Che sono io. Nello schema ho quattro campi in cui inserire i miei progetti (qui la pagina con lo schema da scaricare)
Qualifico il mio tempo: una parte la dedico al lavoro, la giusta misura, e poi tempi e tempi per le mie passioni. Ritmi morbidi, lenti, eccitati, curiosi, intensi. Quando mi occupo delle mie passioni il tempo va veloce, non lo sento. Che perfezioni – res !. Anzi, spesso debbo creare tempi perché ciò che dà appagamento vuole darsi, rendersi presente, far parte della mia vita ancor più. Res, tempi perfetti quelli in cui risuono dall’eros, ossia dalle attività interessanti, creanti, formative, evolutive. Sì, tempi erotizzati, l’avevo detto. Si spande l’eros su ogni parte di me, ogni tempo, i miei spazi e campi. Una presenza diffusa di particelle cromatiche che zampillano delle cose, dai miei movimenti, dal corpo. Eros, è la mia felicità. È molto concreta, è sostanze che si chiamano bosoni fotoni quark anti anti, particelle danzano da ogni parte. Un mondo dinamizzato, fecondo, sempre sovrabbondante.
Camminando tra i movimenti della forza sono guarita, quasi del tutto, manca solo un res e ora lo innesto qui. Sì perché le energie vibrano in me ad ogni verbo che pronuncio. Semplicemente basta pronunciarli e essi si mettono in movimento. Il flusso continua, costante; i movimenti attraversano, filtrano le mie molecole cellule organi apparati, la mia pelle, i pensieri, il mio corpo, l’aura, i corpi sottili. Salgono in un’estensione di particelle sintropiche che procedono verso l’alto, filtrano e risanano ogni parte ed ogni dinamica. Così se ne sono andate le resistenze alla felicità. Mi fido della felicità, lei vuole esserci per me. Sono sana. Mi piace il mio benessere, mi dà un pensiero sano. Mancano ancora scin e tau, ma avverto che con res è finito il mio capolavoro, ora debbo solo renderlo perfetto.
Una donna, un uomo, il cielo sotto i piedi, la terra per tetto. Sì perché res è perfetto così, e noi, in res siamo perfetti. La perfezione spesso sta in quell’atteggiamento che credevamo strano, improprio, contrario. Sta in quel gesto che non espresso ci mantiene ad un attimo dalla felicità. Là, sospesi a sentirla, quasi toccarla. Va fatto, faccio quel gesto del folle, dell’innamorato, del genio.
La carta del matto. Chi, più del matto è perfetto? Colui che osa, può farlo perché conosce ogni anfratto della vita del mondo e delle sue espressioni. Sa tutto ma non lo dice, né lo manifesta. Fa solo un gesto che racchiude tutta la forza, l’ardire, la certezza di sé e del suo essere il creatore della sua realtà.
A forza di dirlo, ripeterlo, chiaro che lo agisco; abita ogni parte di me, e mi risveglio non più, mai più vittima e carnefice ma sovrana. Perfetta. Res.
Res è anche la regalità.
Oggi, tra un po’, appena esco, intendo agire quel movimento inconsueto, pazzo, non pensato tanto meno programmato. L’istante. L’attimo. Ciò in cui tu e io, mia Anima gemella, siamo così abili ad infilarci e facciamo accadere il cielo.
Res, complice di perfezioni.
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